L’INCHIESTA L’indagine scatta nel maggio scorso, la madre di Titti, una professionista separata dal marito, che vive al Prenestino, si rivolge ai carabinieri, è preoccupata per sua figlia, che negli ultimi mesi è diventata aggressiva, una vera ribelle, ha tentato anche di aggredirla, e a scuola prende brutti voti. La donna teme che Titti faccia uso di stupefacenti, dice che ha ricevuto due lettere anonime, chi scrive le racconta che sua figlia si prostituisce ed è una drogata. Il telefonino della liceale viene messo sotto controllo, gli investigatori scoprono che purtroppo è tutto vero e che anche l’amichetta del cuore, Lucia, è nel giro. Dagli Sms si capisce senza ombra di dubbio che le minorenni, d’accordo con gli sfruttatori accettano gli appuntamenti, decidono le tariffe e le foto da postare su «Bakekaincontri».
In una telefonata uno sfruttatore dice a Lucia: «Mi servono foto dove si vede tutto il corpo, il video mi serve per vedere come ti sai muovere e presentare». I carabinieri del Nucleo investigativo di via In Selci guidati dal colonnello Lorenzo Sabatino scoprono che Lucia, che oggi ha 16 anni, è un po’ quella che trascina anche Titti, e vive una specie di storia d’amore con il militare che la sfrutta. Ma quello che agli investigatori appare incredibile è scoprire che la madre di Lucia è complice. In una intercettazione la donna dice alla figlia di non lasciarsi sfuggire nessun cliente, e la incita ad andare nell’appartamento ai Parioli anche se la figlia le ha appena detto di non sentirsi bene. Poi la donna però le raccomanda: «Non trascurare la scuola, però».
Gli sfruttatori e le liceali si sentono anche più volte al giorno, le ragazze si rifiutano di prostituirsi negli alberghi, il militare le rassicura, potranno andare in un monolocale preso in affitto ai Parioli.
Le minorenni hanno dei telefonini che usano esclusivamente per parlare con i clienti, i cellulari sono stati procurati dagli sfruttatori, che pretendono che le minorenni li tengano sempre accesi. Titti e Lucia hanno sempre i soldi in tasca per acquistare la cocaina, il giro di soldi è considerevole, per un incontro avrebbero chiesto anche 1000 euro, più della metà è per gli sfruttatori. Le manette sono scattate due giorni fa: Nunzio Pizzacalla (il militare con il grado di caporal maggiore), Mirko Ieni e Riccardo Sbarra, commercialista, sono accusati, a vario titolo, di sfruttamento della prostituzione minorile e produzione di materiale pedopornografico. In casa di Lucia i carabinieri hanno trovato anche alcune dosi di droga.
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