Picchiò la fidanzata ora in coma. Il padre del ragazzo: «L'ergastolo a mio figlio»

Picchiò la fidanzata ora in coma. Il padre del ragazzo: «L'ergastolo a mio figlio»
di Giulio Mancini
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Lunedì 13 Ottobre 2014, 06:09 - Ultimo aggiornamento: 14 Ottobre, 13:42

«Sono più addolorato per Chiara che per mio figlio - dice Gianfranco Falcioni, il padre dell'imputato - se gli dovessero dare l'ergastolo sarò più contento, se lo merita per ciò che ha combinato. Certo, ho vissuto in prima persona con mia moglie ciò che conferma il medico, ovvero che la droga e l'alcol hanno distrutto la personalità di Maurizio. Ma quello che ha fatto è gravissimo, a Chiara voglio bene come a mia figlia che ha 25 anni».

Gianfranco continua a rivivere come un film della memoria quella terribile giornata.

«Sono malato di cuore e questa storia mi sta togliendo la vita» sussurra, e di dispera perché suo figlio non è pentito di quello che ha fatto.

Forse perché, ottenebrato dall'uso di alcol e di sostanze stupefacenti, oggi come allora, quando massacrò di botte Chiara, è incapace di intendere e volere. Rischia l'ergastolo Maurizio Falcioni, il bruto che il 5 febbraio scorso ha ridotto in fin di vita la fidanzatina, ma il padre non se ne addolora: «se dovesse finire i suoi giorni in carcere - dice il padre - sarei più contento». Approda domani davanti al gip di Roma Giacomo Ebner, la drammatica vicenda di Chiara Insidioso Monda, la ragazza di 19 anni, residente a Casal Bernocchi, vicino Acilia, vittima di un pestaggio da parte del fidanzato, Maurizio Falcioni, 35 anni, operaio con precedenti per droga e resistenza a pubblico ufficiale. Lei da quel giorno di otto mesi fa è ancora ricoverata in coma in un letto del San Camillo. Il bruto ha confessato di averla pestata a sangue per gelosia, dopo aver scoperto sul cellulare di lei, un messaggio di un amico.

L'UDIENZA

La pm Elena Neri ha chiesto il rito abbreviato per l'accusa di tentato omicidio e maltrattamenti. Il difensore di Falcioni, l'avvocato Luciano Randazzo, tenterà la carta del rito abbreviato subordinato, però, alla perizia psichiatrica per il riconoscimento dell'incapacità di intendere e volere da parte dell'assistito. Il beneficio dal riconoscimento del giudizio abbreviato potrebbe portare alla riduzione di un terzo della pena.

Lo staff legale dell'imputato ha già effettuato una perizia medico-legale, affidata allo psicologo Marco Tineri. Le conclusioni riassumono lo stato di Falcioni. «Ritengo - scrive il dottor Tineri - che il frequente abuso di sostanze (droga e alcol) non abbia fatto che peggiorare una struttura di personalità fragile già minata dalle condizioni sociali ed economiche precarie. All'interno di questa complessità è possibile presupporre che il signor Falcioni Maurizio al momento del fatto non fosse in grado di intendere e di volere».