Borghesiana: libri, musica e magie
La borgata altruista e fiera di sé

Borghesiana: libri, musica e magie La borgata altruista e fiera di sé
di Luca Lippera
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Domenica 12 Gennaio 2014, 10:38 - Ultimo aggiornamento: 13 Gennaio, 16:13

All’inizio qui non ci volevo venire: sono un romano abituato allo smog, al traffico, ai sampietrini. Poi? Mi sveglia il gallo. Mi circonda la campagna. Ci sono silenzi spettacolari. La città è lontana, vista da qui, e la luna piena posso vederla senza nessuna rottura di scatole di mezzo». Diciotto chilometri a est del centro, tra la Casilina, via di Vermicino e il comune di Frascati, potete imbattervi in un personaggio come Silvio Cinque, capo della biblioteca comunale, e scoprire che Roma non è soltanto confusione, aggressività e frenesia. La Borghesiana, più paese che borgata, approdo di periferia di questa settimana, è l’esatto opposto della metropoli caciarona e imbarbarita che vive all’interno del raccordo anulare. La zona - d’accordo - non è un portento dell’urbanistica ma si ascoltano cose ormai sconosciute altrove. «Stiamo bene insieme - dicono in parrocchia - ci aiutiamo tra noi e tanti negozi, quando qualcuno non ce la fa, “segnano”: si paga a fine mese».

L’ENTUSIASMO

Politici e amministratori, per una volta, li lasceremo al loro lavoro. Alla Borghesiana, ultimo lembo di Roma prima dei Castelli, c’è così tanta gente che si dà da fare che i programmi, i piani e le parole trite e ritrite passano in secondo piano. I fatti dicono di più. Prendiamo, ad esempio, Valerie Pilià, una francese che ha deciso di insegnare inglese (gratis) nella biblioteca municipale, oppure soffermiamoci sull’entusiasmo di don Marco, 43 anni, il parroco di San Giovanni Maria Vianney, la chiesa del quartiere: «Con le buste di generi alimentari - dice - aiutiamo circa cento famiglie. Poi abbiamo la catechesi: ottocento bambini che vengono con le famiglie: una gioia immensa. E poi la sera si vede Frascati arrampicata sui Castelli con tutte le lucine. Sembra un presepio».

La Borghesiana ha sedicimila abitanti e fa parte del municipio 6 (ex 8). Più a est c’è solo la Borgata Finocchio. Poi Roma finisce. Largo Monreale, con la chiesa, la biblioteca, la sede della banda, è la piazza del “paese”. «Ma le strade attorno - dice Giuseppe Imbesi, 54 anni, presidente del Comitato di quartiere - non sono sicure. Via Paternò, via Castelvetrano, via di Vermicino: servono attraversamenti, semafori, rotatorie. Siamo andati dal presidente del Municipio, Marco Scipioni, e gli abbiamo spiegato che questa è la prima urgenza. Speriamo bene».

L’ORIGINE DEL NOME

L’origine del toponimo Borghesiana risale ai primi del Novecento. Pare che i Borghese - Papi, illo tempore - donarono un terreno per la costruzione di una stazione sulla ferrovia Roma-Fiuggi. La gratitudine, e l’influenza della famiglia, dettero origine al nome. La gente, in questo fazzoletto della periferia est, sta tanto insieme. Un collante? La Lodigiani calcio: per i ragazzini è un mito, per le famiglie un traguardo, perché il vivaio ha sfornato nei decenni tantissimi campioni.

IL SEGRETO DI SERAFINO

Molto però ruota attorno alla biblioteca. Silvio Cinque, 60 anni, il responsabile, ne è il motore, ma Silvia Tintisona, Paolo Rizzo e «tutti gli altri» non sono da meno. «Non vorrei mai - dice Cinque, figlio della Roma “nicoliana” e di quella stagione culturale (Anni Ottanta) - fare un altro lavoro. Siamo tosti. A marzo festeggiamo dieci anni di vita. Abbiamo ottomila iscritti: mille e ottocento prestiti al mese. Prima andava Harry Potter. Ora di tutto: “L’Armata perduta” di Arrigo Petacco, i fantasy di Licia Troisi, i classici. E facciamo anche un mercatino solidale». Ecco: la solidarietà, non solo una parola, quaggiù. «Fatemi citare una persona - dice don Marco - Si chiamava Serafino Benedettini ed è morto a dicembre. Tanta gente continua a dirmi: “Se non fosse stato per lui non avrei mai fatto casa”. Serafino vendeva materiali edili e la gente lo pagava solo quando poteva». Borghesiana, una Roma lontana.

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