Roma, «Tram in via Nazionale, proteste legittime: subito una commissione»

Anche la Regione si muove dopo le proteste contro il progetto della linea in via Nazionale

Roma, «Tram in via Nazionale, proteste legittime: subito una commissione»
di Fernando M. Magliaro
4 Minuti di Lettura
Domenica 17 Settembre 2023, 00:53 - Ultimo aggiornamento: 07:05

Il contestatissimo progetto del Campidoglio, voluto dalla lobby pro-tram della sinistra con la complicità di un certo mondo ecologista di maniera, di realizzare una nuova linea tranviaria da Termini al Vaticano (piazza Risorgimento) e all’Aurelio (piazza Giureconsulti), il Tva, approda in Consiglio Regionale per iniziativa del vicepresidente dell’Aula e membro della Commissione Trasporti e Urbanistica, Pino Cangemi.
«Non penso sia possibile rimanere inerti di fronte al grido di allarme che da settimane si leva dai residenti, dai commercianti, dagli albergatori di via Nazionale e del centro storico di Roma, da ingegneri e da archeologi, dai tassisti e dai sindacati dei vigili urbani sugli “altissimi rischi”, come dice la Soprintendenza, per monumenti e aree archeologiche e sulle enormi problematiche per viabilità, carico e scarico merci, raccolta rifiuti, che la realizzazione della linea tranviaria Termini-Vaticano-Aurelio comporterà», dice l’esponente della Lega alla Pisana che annuncia: «Per questo, presenterò a inizio settimana la richiesta di convocare una seduta della Commissione Mobilità della Regione con la richiesta di audizione dell’assessore ai Trasporti del Comune, Eugenio Patanè, della commissaria Conti e di tutte le associazioni imprenditoriali e di residenti che vorranno essere ascoltate».

LE ISTITUZIONI

L’iniziativa di Cangemi segue quelle prese in Campidoglio dal capogruppo della Lega, Fabrizio Santori, che ha protocollato la richiesta di una seduta congiunta delle Commissioni Statuto, Trasporti e Urbanistica; e del presidente della Commissione Trasparenza, Federico Rocca (FdI), pronto a organizzare una riunione del proprio organismo: entrambi per verificare le motivazioni del mancato coinvolgimento di residenti e associazioni nel processo decisionale che ha poi portato alla progettazione della linea.
A questo proposito, spiega Cangemi: «Le opere pubbliche così importanti non possono calare dall’alto per una decisione presa chissà dove, chissà da chi e chissà quando: qui non ci sono sudditi ma cittadini che vanno ascoltati quando in numero così elevato e diffuso esprimono ben più che semplici preoccupazioni.

Mi auguro che dal Campidoglio arrivi testimonianza di trasparenza e partecipazione esattamente come si sta facendo con altre opere soggette a dibattito pubblico». 

L’OPERA

Invece di utilizzare i nuovissimi bus elettrici da 12 e 18 metri che Atac sta acquistando in queste settimane e che costituiranno circa un quarto della nuova flotta aziendale, il Comune vuole costruire un nuovo tram con il capolinea a Termini, di fronte la sede della Soprintendenza di Palazzo Massimo. Di lì, percorrendo via Luigi Einaudi, i binari percorrerebbero piazza della Repubblica, tutta via Nazionale paralleli al marciapiede di sinistra, quello più commerciale. Poi, via IV Novembre, piazza Venezia, via del Plebiscito trasformata in corsia preferenziale, largo Argentina, Corso Vittorio fino al Tevere. Superato il Fiume a Ponte Vittorio, il ramo Vaticano prenderebbe via di Traspontina, via dei Porcari e piazza Risorgimento dove si attesterebbe a fianco al 19. L’altro ramo, quello Aurelio, dopo Ponte Vittorio girerebbe a sinistra di fonte l’Ospedale Santo Spirito in Sassia, poi percorrerebbe la Galleria sotto il Gianicolo, quindi Porta Cavalleggeri e tutta via Gregorio VII a centro strada, fino a piazza Giureconsulti. Prevista anche la costruzione di un nuovo deposito per 16/18 tram a largo Cardinal Micara, dove ora c’è un parcheggio per auto a uso dei residenti.

I PROBLEMI 

Il primo altolà è arrivato dalla Soprintendenza alle Belle Arti. Il parere consegnato in Conferenza di Servizi è pesantemente condizionato da una decina di pagine di paletti e indicazioni per ridurre l’«altissimo rischio» che la linea causerebbe a aree archeologiche, edifici medievali e palazzi rinascimentali che si trovano lungo tutta la linea, principalmente concentrati nella tratta da Termini al Tevere. Un allarme rilanciato anche da altri archeologi come Umberto Broccoli e dalla presidente dell’Associazione Archeologica romana, Paola Manetto.
Poi c’è il problema traffico. Ci sono tre punti, lungo il percorso, che rischiano di paralizzare l’intero centro storico ogni volta che un tram dovesse bloccarsi per un qualsiasi motivo. Il primo è piazza della Rovere, dove sta l’Ospedale Santo Spirito in Sassia: un arresto dei tram in questo incrocio bloccherebbe non solo l’accesso al pronto soccorso, ma avrebbe immediate ripercussioni sulla mobilità del Vaticano, dell’Aurelio, dei due Lungotevere, di Corso Vittorio e di Prati. Il secondo è via IV Novembre: la pendenza della strada e le due curve a gomito sono già al limite delle prestazioni dei tram. Il Comune vuole allargare i marciapiedi esistenti finendo per creare una unica corsia per senso di marcia in cui si incolonnerebbero tram, bus, bus turistici, camion e furgoni, taxi, ncc, auto, motorini, biciclette e monopattini. L’ultimo è il capolinea di Termini con una rivoluzione della circolazione che porterà inevitabili rallentamenti. Da ultimo: mancano aree carico e scarico merci e per la raccolta dei rifiuti lungo tutto l’asse centrale, da Termini al Tevere. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA