Roma, i problemi del tram in via Nazionale. Il segretario del sindacato dei vigili del fuoco: «Rallenterà i soccorsi»

Roma, i problemi del tram in via Nazionale. Il segretario del sindacato dei vigili del fuoco: «Rallenterà i soccorsi»
di Fernando M. Magliaro
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Giovedì 19 Ottobre 2023, 00:08

«Il comandante ha ragione: le problematiche che la creazione del tram può generare all’accessibilità in tempi veloci dei mezzi di soccorso e di emergenza sono un pericolo reale. Che deve assolutamente essere analizzato e valutato prima di procedere con ulteriori passaggi». Luca Antonazzo, segretario romano del Conapo, il sindacato autonomo dei vigili del fuoco, ribadisce l’allarme lanciato dall’ex comandante provinciale del corpo, Luigi Abate, sul progetto del tram Termini-Vaticano-Aurelio, la Tva.

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L’OPERA

L’opera in questione - pallino esistenziale della lobby filotranviaria di una certa sinistra e del collaterale pseudo ambientalismo - prevede una linea tranviaria da Termini (palazzo Massimo) fino al Vaticano (piazza Risorgimento) e all’Aurelio (piazza Giureconsulti). In totale, verrebbero realizzati 8,9 km di binari: 8,2 fra Termini e Giureconsulti e 770 metri la diramazione per piazza Risorgimento.

Costo: 294 milioni di euro, 120 con fondi Pnrr e 174 con stanziamenti del ministero dei Trasporti. Cantieri da aprire, secondo l’ultimo cronoprogramma, ad aprile 2024 per avere l’intera linea in funzione a marzo 2028. In mezzo, la sospensione delle lavorazioni durante l’Anno Santo.

UN CORO DI NO

Contro questo progetto, si sono schierati residenti, commercianti e albergatori del centro. Poi: docenti universitari di ingegneria dei Trasporti, ingegneria civile e ingegneria acustica; storici e archeologi. Sindacati di polizia, vigili urbani, tassisti, operatori sanitari. E personalità di spicco: l’ex sindaco di Roma, Francesco Rutelli; l’ex comandante generale dei vigili urbani di Roma, Antonio Di Maggio; il presidente nazionale di Sis 118, Mario Balzanelli; il segretario regionale della Società italiana di Medicina d’Urgenza, Giulio Maria Ricciuto. E, appunto, l’ex comandante dei pompieri di Roma, Luigi Abete.

LE CRITICITÀ

Accantonando le 11 pagine di pesantissime prescrizioni che la Soprintendenza di Stato ha emanato nel parere condizionato sull’opera per salvaguardare aree archeologiche antiche, edifici medievali, palazzi e chiese rinascimentali ad «altissimo rischio» a causa della creazione di questa linea tranviaria, è lunga la lista di rilievi mossi a un progetto che sembra più quello delle ciclabili degli anni scorsi che un lavoro approfondito. 
Il primo riguarda i tre grandi “tappi” di traffico: la zona di Termini e Repubblica, via IV Novembre e il lungotevere in Sassia con la nuova conformazione stradale necessaria a creare i binari saranno delle trappole per tutta la circolazione stradale. Poi, legato direttamente al lungotevere in Sassia, c’è l’accesso al pronto soccorso dell’ospedale Santo Spirito in Sassia di ambulanze e mezzi di soccorso: nel progetto le rotaie sono state collocate proprio a fianco al marciapiede esistente del nosocomio e nel quale si apre il varco per l’accesso delle ambulanze. Quindi, un tram che rimanesse bloccato di fronte l’ingresso, renderebbe impossibile l’accesso al pronto soccorso che, va sottolineato, tratta mediamente 1.200 codici rosso l’anno. 

Ancora: per circa il 40 percento della linea, fra Termini e il Tevere, il progetto non prevede nessuna area per il carico e scarico delle merci, per la salita e discesa degli ospiti degli hotel né per consentire agli operai Ama di lavorare in sicurezza nelle operazioni di raccolta dei rifiuti delle utenze non domestiche, negozi, bar e ristoranti.
Infine, l’interferenza con le sedi istituzionali: solo nei primi 1400 metri da Termini, le rotaie intercettano la Soprintendenza di Stato, la Questura, il comando provinciale dei vigili del fuoco, il ministero dell’Interno, la Banca d’Italia, il Quirinale e la Corte Costituzionale, gli uffici italiani dell’Unione Europea, la Prefettura, la Città Metropolitana e i palazzi della politica: Chigi e Montecitorio i cui accessi principali sono da piazza Venezia/via del Corso. 

L’ALLARME

Sull’accessibilità dei mezzi di emergenza di Questura e vigili del fuoco si è soffermato Luigi Abate: «C’è la certezza, non il rischio ma la certezza, che prima o poi i mezzi di soccorso rimarranno bloccati a via Genova senza poter operare». E su questo anche Antonazzo condivide: «Questo è un tema delicato. Sul quale non sono consentiti errori. Prima di procedere con qualunque altra decisione, è necessario che ci sia un approfondimento tecnico dedicato a questo aspetto».

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