Tram Termini-Vaticano, padre Claudio Pera: «Chiesa del Gesù a rischio»

«Progetto sbagliato: i convogli sfioreranno la parete ovest»

Tram Termini-Vaticano, padre Claudio Pera: «Chiesa del Gesù a rischio»
di Fernando M. Magliaro e Giampiero Valenza
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Venerdì 17 Novembre 2023, 00:23

I binari circonderanno la chiesa. A quel punto si sentirà stretto, da una parte e dall’altra, con il tram che passerà ogni due per tre e che, cadenzato, ricorderà il ritmo dei minuti. Padre Claudio Pera, rettore della Chiesa del Santissimo Nome di Gesù all’Argentina, è preoccupatissimo. Il solo pensiero che il tram Tva (il Termini-Vaticano-Aurelio) possa costeggiare l’antica chiesa del Cinquecento, gli fa puntare i piedi e dire “no”. All’opera proprio non ci sta. Il progetto spinto da una sorta di lobby tranviaria e da una rete di pseudoambientalismo tanto cara a una certa sinistra, sarebbe troppo impattante per i palazzi storici del Centro. E il Tva è un’opera che lo divide, in sostanza, in due. In totale, si tratta di 8,9 chilometri di doppio binario al prezzo preventivato di 294 milioni di euro, 120 da fondi del Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza e 174 con stanziamenti statali accantonati dal ministero dei Trasporti. 

Il parere

«Non posso che esprimere fortissima preoccupazione - dice - La chiesa del Gesù è letteralmente circondata dal tram visto che un affaccio è sul tracciato e il capolinea della linea 8 e l’altro è su via del Plebiscito dove è in progettazione il Tva». «Questo - aggiunge il gesuita - è un edificio del 1584 e non c’è bisogno di evidenziarne non solo l’importanza religiosa essendo la chiesa madre della Compagnia del Gesù e la fragilità e l’importanza storica e artistica visti i nomi di chi la progettò: il Vignola, Michelangelo e Giacomo della Porta.

Stando ai progetti, nonostante la Soprintendenza abbia raccomandato in questo punto il binario unico, il tram passerà letteralmente attaccato alla parete ovest della chiesa che è anche quella più delicata». Padre Claudio non si ferma al semplice “no”. Ha fatto qualcosa in più: «Abbiamo provato a sollecitare il Fondo per gli Edifici di Culto del Viminale e la stessa Soprintendenza - aggiunge - ma non abbiamo ricevuto risposte. Ci auguriamo che le istituzioni che questo bene dovrebbero proteggere facciano qualcosa». 

La criticità

Sulla criticità di piazza del Gesù era intervenuta sempre sul Messaggero anche Federica di Napoli Rampolla, già funzionario direttore e restauratore della Soprintendenza di Stato, storica dell’arte, che vive proprio di fronte alla Chiesa, a Palazzo Altieri. «Far passare qui la tratta Termini-Aurelio è semplicemente un errore tecnico perché mette a rischio questi beni. E ricordo per inciso che parliamo di un’area Patrimonio Mondiale dell’umanità dell’Unesco», aveva detto. «A Palazzo Altieri siamo preoccupati - aggiunge - Questo è un palazzo del 1600. Costruito quando a Roma ci si muoveva a piedi o al massimo a cavallo e qui intorno in carrozza, certamente a quel tempo non hanno mai temuto di dover sopportare le vibrazioni e i continui sibili stridenti dei tram di oggi». 

Le voci contrarie

Contro il progetto, residenti, commercianti (in prima linea, Confcommercio) e albergatori. Poi una serie di personalità: l’ex sindaco Francesco Rutelli; l’ex prefetto di Roma e ex capo del Dipartimento della Protezione Civile, Emilio Del Mese; l’ex assessore all’Urbanistica della Giunta Veltroni, Roberto Morassut; l’ex consigliere comunale e deputato dei Verdi e di Sel, Paolo Cento. Poi, i tecnici: l’ex direttore della Mobilità di Regione e Comune, Alessandro D’Armini; l’ex comandante dei vigili urbani, Antonio Di Maggio; l’ex comandante dei pompieri di Roma e provincia, Luigi Abate; docenti universitari di ingegneria dei Trasporti, ingegneria civile e ingegneria acustica; membri del Consiglio superiore dei Lavori pubblici, storici e archeologi; il presidente nazionale del Sis 118, Mario Balzanelli; il segretario regionale della Società di Medicina d’Urgenza, Giulio Maria Ricciuto; il segretario nazionale del Sindacato Medici, Paola Onotri. 
E, ancora: le associazioni di tutela degli utenti del trasporto pubblico, dei ciclisti, dei motociclisti; e sindacati di Ama, dei vigili urbani, dei vigili del fuoco, della polizia di Stato, dei tassisti. In sostanza, una lista lunghissima di esperti, tecnici, oltre che di cittadini preoccupati per la tenuta della già fragile mobilità del Centro. 

Il collegamento

Il tram in alcuni tratti viaggerà in sede propria, esclusiva. In altre dovrà convivere con auto, taxi, Ncc che si accoderanno a lui per vivere, tutti insieme, una sorta di calvario-Capitale. Quello dei trasporti che, in città, sono noti per funzionare a singhiozzo. E il tram (lo stanno dimostrando le altre linee operative nella città) non ne è da meno. Problemi gestionali, scarse manutenzioni, ritardi continui, poco personale, mezzi logori: il carrozzone del trasporto pubblico romano è noto per la sua “eccellenza”.
 

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