Roma, il Tar boccia il Campidoglio: è allarme dehors in Centro (accolto il ricorso di un ristoratore al quale era stato vietato di installare i tavolini)

Il piano del Comune sull’occupazione di suolo pubblico bloccato dal Tribunale

Il Tar boccia il Comune: è allarme dehors in Centro
di Flaminia Savelli
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Lunedì 24 Aprile 2023, 07:17 - Ultimo aggiornamento: 15:16

Piazza di Spagna, Trinità dei Monti e tutto il Tridente rischiano di tornare a essere invasi dai tavolini. Anche perché a venire incontro ai desiderata dei titolari di bar e ristoranti ci è si è messo anche il Tar con una sua sentenza emessa nei giorni scorsi, che ha congelato l'ennesimo Pmo (piano di massima occupabilità) del Comune e permesso l'installazione di sedie e tavolini su suolo pubblico, non autorizzati in via ordinaria. Una grana in più per il Campidoglio, che da un lato deve redigere un nuovo regolamento per fare chiarezza su questa materia e, dall'altro, fronteggia con tante difficoltà la proliferazione di dehors, collocati però in via straordinaria durante il Covid e che gli esercenti non vogliono eliminare.
Un precedente pericoloso per l'amministrazione comunale, che sta già scatenando un effetto domino. Anche perché altri titolari di bar e ristoranti del Centro - per esempio a vicolo Savelli o a Piazza Sforza Cesarini - hanno già seguito la stessa procedura o si accingono a impugnare davanti al Tar il piano di massima occupabilità che riguarda le strade dove operano.

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IL RICORSO
Tutto nasce dal ricorso alla magistratura amministrativa del Lazio, presentato da una ristoratrice di piazza Trinità dei Monti, titolare della società Macogeim S.r.l., che si è vista negare la possibilità di installare dei tavolini fuori dal suo locale. Già nel 2022 il Tar le aveva dato ragione, congelando un Pmo che prevedeva solo otto postazioni in questo pezzo del Centro. Ma il Comune - nonostante la sentenza prevedesse la revisione dell'atto - non ha mosso un dito. A piazza Trinità dei Monti non si sono persi d'animo e sono andati avanti con un ulteriore ricorso, vinto nei giorni scorsi. Di più, è stato prevista anche la nomina di un commissario ad acta, che sostituendosi all'amministrazione capitolina, ora dovrà modificare il vecchio piano di massima occupabilità.
In estrema sintesi adesso la titolare del ristorante, che prima non aveva alcun tavolino, potrà richiedere l'occupazione di suolo pubblico nella splendida cornice di piazza Trinità dei Monti.
Spiega l'avvocato Andrea Ippoliti, che ha seguito il caso: «L'istruttoria è stata conclusa, accogliendo integralmente la domanda e quindi annullando il precedente piano di massima occupabilità e sostituendolo con uno nuovo che consente occupazione alla mia cliente.

Però, a oggi, non è ancora stata adottata la deliberazione necessaria per rendere il tutto ufficiale e consentire quindi alla mia assistita di richiedere i tavolini».

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Alla base della vicenda ci sono, come detto, i Pmo, minipiani regolatori con il quale il Comune stabilisce per una singola via o piazza quante e quali occupazioni di suolo pubblico possono essere concesse, in base alle regole del codice della strada o delle altre normative vigenti sulla sicurezza e sul decoro. Nell'ultimo regolamento comunale è stato deciso sia che i Pmo possono essere sempre rivedibili, cioè modificabili, sia, soprattutto, che ogni singolo atto debba essere approvato in giunta, con una delibera, e non dagli uffici con una determina. Elementi che hanno finito per creare maggiore caos, aumentando la conflittualità, cioè il contenzioso, e la burocrazia. Sul primo versante, non c'è certezza sul numero di tavolini da installare. Sull'altro, va detto che vista la materia prettamente amministrativa, difficilmente la giunta si esprime sui piani di massima occupabilità, lasciando questo onere agli uffici. Di conseguenza, quando al posto della delibera c'è una determina, è molto facile che chi ha presentato ricorso finisca per avere ragione davanti al Tar. Senza contare che, nelle more del nuovo Pmo previsto da una sentenza, l'amministrazione non può neppure rimuovere i dehors posizionati in punti che creano disagi alla circolazione del traffico.
 

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