Roma, agricoltore si incatena al cancello dell'Altare della Patria e minaccia di darsi fuoco

Candido Ceracchi durante la contrattazione con il capo di gabinetto, Giuseppe Rubino. © RIPRODUZIONE RISERVATA
di Luisa Urbani
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Lunedì 22 Aprile 2024, 23:02 - Ultimo aggiornamento: 23 Aprile, 13:36

Si è incatenato sul cancello dell’Altare della Patria e si è cosparso di benzina minacciando di darsi fuoco. Ore di paura a piazza Venezia dove alle 21 Candido Ceracchi, agricoltore italiano, ha organizzato una protesta per rivendicare le sue richieste. «Voglio incontrare il ministro dell’agricoltura Lollobrigida, voglio che venga qui da me ora perché noi agricoltori non siamo stati ascoltati sul serio. Alcuni politici ci hanno usati», gridava disperato davanti alle decine di agenti della polizia intervenuti dopo le segnalazioni dei passanti. Sul posto anche i vigili del fuoco, un'ambulanza e la polizia locale che ha temporaneamente chiuso la piazza, sia ai veicoli che ai pedoni. Per questioni di sicurezza nessuno è stato fatto avvicinare. L'uomo infatti aveva disseminato la benzina anche sui gradini del monumento.

Un gesto eclatante – che Ceracchi ha ripreso in diretta social - per chiedere un nuovo confronto con le istituzioni perché, come ha ripetuto, «chi doveva aiutarci e non l’ ha fatto». Vestito da sceriffo, con l'accendino in una mano e il tricolore nell'altra ha continuato la protesta per quasi due ore. Ore durante le quali il Capo di Gabinetto, Giuseppe Rubino, insieme al dirigente dell'ufficio prevenzione generale, Mario Spaziani, un ispettore della Digos e altri poliziotti, ha cercato di convincere Ceracchi a interrompere la protesta.

Alle fine, poco prima delle 23, l'uomo si è calmato e si è liberato dalle catene, poi sequestrate dagli agenti insieme all'accendino. Mentre Ceracchi veniva accompagnato in commissariato, la polizia locale ha provveduto a riaprire il traffico riportando la situazione alla normalità.

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