Campidoglio, strappo in giunta: «Ora sulle nomine vigileremo noi»

Campidoglio, strappo in giunta: «Ora sulle nomine vigileremo noi»
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Sabato 10 Settembre 2016, 08:01 - Ultimo aggiornamento: 12:19


La chiamano già la compagnia delle tre B, ma non sono quelle delle agenzie di rating. Bensì il tris di assessori (Berdini, Baldassare e Bergamo) che in queste ore, con sfumature diverse, sono stati chiari con la sindaca: d'ora in poi serve un nuovo metodo. Non è solo nella pattuglia dei consiglieri M5S che si annidano i malpancisti. Dopo il caso De Dominicis, l'assessore al Bilancio nominato e scaricato nel giro di 24 ore, diversi membri della giunta di Virginia Raggi hanno iniziato a marcare stretto la sindaca. Per dirle che «certe logiche devono cambiare». Non è tanto una questione di profili sbagliati, quanto di procedura. I «professionisti» che hanno sposato il progetto Cinquestelle per Roma, accettando «una sfida difficile» anche senza essere mai stati attivisti del Movimento, ora non vogliono «giocarsi la faccia». «Altri errori così - è il ragionamento - e rischiamo di perdere credibilità tutti».
LE PRESSIONI
Ecco perché, nei colloqui riservati delle ultime ore, in molti hanno fatto pressione sulla prima cittadina per essere consultati preventivamente. Sugli incarichi che dovranno essere ufficializzati. Ma anche sulle decisioni strategiche, per evitare di ritrovarsi ancora una volta davanti al fatto compiuto. Insomma, «fare squadra», come sta ripetendo la sindaca in questi giorni, ma non a senso unico, evitando di far trapelare i malumori all'esterno. Anche da parte della Raggi - questa è la richiesta - devono esserci d'ora in poi segnali chiari di una maggiore «condivisione» delle scelte. Lei dopo la ritirata del mini direttorio ha tirato un sospiro di sollievo: «Non funzionava, era evidente a tutti».
I CONSIGLIERI
Dunque ora «condivisione vera», hanno fatto sapere gli assessori. Non di facciata, come la riunione dei consiglieri della Commissione Bilancio per De Dominicis, quando in realtà si è saputo che a girare alla sindaca il curriculum dell'ex procuratore regionale della Corte dei Conti fosse il suo «amico» Pieremilio Sammarco, come si è lasciato sfuggire lo stesso ex magistrato subito dopo la nomina.
Il più insofferente per la situazione che si è venuta a creare è Paolo Berdini, che ieri ha lasciato vuota la sua sedia nella Sala delle Bandiere mentre si riuniva la giunta. «Era impegnato a Cassino, per una conferenza», si affrettavano a spiegare dall'entourage della sindaca. Ma non è un mistero che il responsabile dell'Urbanistica abbia più volte rivelato il suo imbarazzo per la gestione della vicenda Muraro (già a luglio diceva: «Se indagata deve lasciare»), ma anche per le altre nomine firmate e difese dalla Raggi, come quella del vicecapo di gabinetto Raffaele Marra, solo due giorni fa spostato alla guida del Personale dopo l'intervento diretto di Grillo.
L'AREA DI MAIO
Ma Berdini non è il solo ad avere chiesto un «cambio di passo». Con toni sicuramente diversi e meno di rottura, anche il titolare della Cultura, Luca Bergamo, ha chiesto maggiore condivisione nell'azione di governo. E sulla stessa scia si muove Laura Baldassarre, ex dirigente Unicef approdata a capo dell'assessorato al Sociale e alla Scuola, considerata molto vicina all'area di Luigi Di Maio. Area che, dopo il caso della mail che ha tirato in ballo il leader in pectore del M5S, con la sindaca ha ridotto i rapporti quasi a zero.
Simone Canettieri
Lorenzo De Cicco
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