Bilancio, scontro sul blitz di domenica
«Una provocazione»: sfida tra Alemanno e D'Ausilio

Aula Giulio Cesare
di Mauro Evangelisti e Michela Giachetta
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Domenica 24 Novembre 2013, 14:55 - Ultimo aggiornamento: 20:16
Muro contro muro sull’approvazione del bilancio 2013. La maggioranza e il presidente del Consiglio comunale, Mirko Coratti, superato lo scoglio del parere dei revisori dei conti arrivati venerdì sera, hanno deciso di affrettare i tempi con una scelta inedita: il consiglio si riunisce di domenica, vale a dire oggi dalle 19.30 alle 22, per ascoltare la relazione dell’assessore al Bilancio, Daniela Morgante, e iniziare il dibattito. Tour de force nei giorni successivi: da martedì a giovedì dalle 10 alle 22, domani invece si termina alla 20, ma sarà sicuramente un caso che alle 20.45 ci sarà Roma-Cagliari. Venerdì addirittura si andrà ad oltranza, tenendo conto che per evitare il commissariamento (o quanto meno la lettera di richiamo del prefetto) bisognerà approvare il bilancio 2013 entro il 30 novembre. Era stato Marino a chiedere di convocare la seduta di domenica (su Twitter: «L'emergenza bilancio non consente pause»). Il sindaco si fa forte della preoccupazione del governo che non vuole che Roma vada in default trascinando il Paese. Il vicepresidente del consiglio è Alfano, leader del Nuovo centrodestra, il cui gruppo in Campidoglio ora dovrà decidere: andrà davvero all’ostruzionismo spinto con decine di migliaia di emendamenti?

EMENDAMENTI

Proprio Marco Pomarici del Nuovo centrodestra ieri ha tuonato: «La convocazione del consiglio di domenica è una enorme provocazione. Fino a qualche minuto fa avevamo preparato circa 15-20 mila emendamenti ma dopo questo comportamento non ne abbiamo contezza». Coratti, presidente del consiglio comunale, spiega: «L’aula che lavora anche di domenica è un segnale importante in una fase di crisi economica, i cittadini si aspettano dai politici un impegno maggiore del passato». Ieri però la tensione, nella conferenza dei capigruppo svoltasi nel pomeriggio, ha visto protagonista Alemanno, che pure era un «trattativista». Il capogruppo del Pd, D’Ausilio, ha ricordato le colpe del passato: «E la strumentalità della linea delle opposizioni è incomprensibile e irresponsabile verso la città». Alemanno si è infuriato e, dopo un’accesa discussione, se ne è andato urlando: «La maggioranza continua ad avere un atteggiamento inqualificabile. Ho chiesto autocritica rispetto all'ostruzione fatto durante la mia amministrazione. D'Ausilio mi ha risposto facendo la morale a noi perché chiediamo il rispetto dei tempi e delle regole dopo che per cinque anni hanno bloccato la città. È una maggioranza che non è degna di governare». Insomma oggi si comincia tra fulmini e saette e ieri sera Marino ha convocato la maggioranza per compattarsi in vista della settimana più difficile da inizio legislatura («bravi, bravissimi, ora proviamo ad approvarlo il 29» pare abbia detto in un picco di ottimismo). Da tutti i gruppi di minoranza primi fuochi d’artificio Tredicine (ex Pdl): «Si buttano soldi per la convocazione di domenica». Ghera (Fdi): «Liberando Roma da Marino il rating migliorerà». De Vito (M5S): «Per sei mesi hanno perso tempo e solo ora si accorgono dell’urgenza del bilancio». Buona domenica.
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