Michelle Causo, il killer: «Le voglio bene». Le ultime parole alla mamma della vittima

La mamma voleva conoscere il giovane: "Lui disse che voleva lasciare la scuola"

Michelle Causo, il killer: «Le voglio bene». Le ultime parole alla mamma della vittima
di Camilla Mozzetti
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Venerdì 30 Giugno 2023, 07:59 - Ultimo aggiornamento: 15:24

Lo aveva incontrato «almeno due o tre volte, perché gli amici di mia figlia li conoscevo tutti», diceva solo ieri mamma Daniela con il volto stravolto di fronte al portone d'ingresso della Questura. E l'ultimo giorno in cui si è trovata davanti quel ragazzo, classe 2006, arrestato con l'accusa di essere l'assassino della figlia, Michelle Maria Causo, 17 anni, è stato quello precedente il delitto. Così ricordano alcuni residenti del "Bronx", quel microcosmo racchiuso nell'alveare residenziale di Primavalle. Lo chiamano proprio così - il "Bronx" - quasi con un moto di orgoglio a riprova del fatto che in alcune situazioni, già compromesse da problematiche sociali e ambientali, la difesa passi prima di tutto per l'attacco.

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PRIMA DEL DELITTO

«È venuto qui, è andato dalla madre di Michelle e le ha detto "signora, non si preoccupi io voglio bene a sua figlia, deve stare tranquilla"», ricordavano alcuni ragazzi ieri mattina tra le siepi non tagliate del mega "alveare". Quell'ultimo incontro sarebbe avvenuto appena martedì e dopo meno di ventiquattr'ore il 17enne avrebbe prima picchiato e poi pugnalato con un coltello, ritrovato nel suo appartamento, la coetanea. Ricostruita in modo granitico dagli inquirenti la dinamica, resta da chiarire il movente. «Noi non lo potevamo vedere quel tizio - ricordano quei ragazzi che ieri parlavano dell'incontro avvenuto tra il minore e la madre della vittima - una volta il suo gruppo ha tirato dei sassi contro il nostro, è venuto e ha provato a tranquillizzare la signora ma era tutta una scena». La donna pare abbia provato anche a chiamarlo dopo la scomparsa della figlia e prima che il suo corpo fosse rinvenuto in un carrello della spesa. «Pensi che sciocca - rimarcava sempre mamma Daniela - mi sembrava una brava persona anche se mi disse che aveva abbandonato la scuola perché lo studio non faceva per lui». Sono tutti costernati, addolorati, sconvolti per quanto accaduto a "Misci", così la Causo si faceva chiamare dagli amici e così si presentava in più di uno profilo sui social. «Non stavano insieme, lei aveva un altro», eppure c'era stata una conoscenza e a seguire una frequentazione. Spinta e alimentata da chi e per quale motivo è ancora oggetto di indagine. Ma quel ragazzo, che proprio sui social vanta più di 13 mila "followers" pronti a mettere un "like" per la sua musica "trap" o per le sigarette di hashish che pure non mancava di postare, non era benvisto tra chi il mondo di "Misci" lo conosceva e non come può fare un genitore. E proprio in quell'altro mondo, fatto di social, di storie, di foto e di reel, che si scatena la rabbia di chi con la 17enne era cresciuto o stava crescendo.

DOLORE E VENDETTA

«Spero veramente che ogni giorno della tua vita - scriveva un compagno di classe della ragazza, sotto una delle foto dell'arrestato - soffrirai come stiamo soffrendo noi amici, come stanno soffrendo il ragazzo di Misci e i suoi familiari. Non sei nemmeno considerabile come un uomo né tanto meno come animale» e ancora: «Roma non perdona», «Hai smesso di campare». C'è dolore ma anche sete di vendetta: «Giuro su Dio, non arrivi al tuo prossimo compleanno», «Ti devono tagliare la gola», «Hai avuto fortuna che ti hanno messo dentro se rimanevi in giro tempo mezza giornata, la tua testa era inchiodata al muro».
A Primavalle i ragazzini che conoscevano "Misci" e il fratello più piccolo si alzano dal muretto e si dirigono verso uno dei portoni dei palazzi. «Abbiamo detto tutto: quello era e rimane un infame, un prepotente, lei non aveva colpe, era solo buona».
E forse ingenua come pure è dato essere a chi ha solo 17 anni. Anche se vive in una periferia ai margini della città. Senza per questo dover caricarsi sulle spalle il peso di un rimorso.

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