RIETI - Area rinnovata, area abbandonata. La più classica delle equazioni per la più fastidiosa abitudine all’italiana: si recuperano spazi, si spendono soldi, si tagliano nastri a ridosso di elezioni e poi addio a tutto nel giro di pochi mesi. È quello che è accaduto nell’area intorno a Palazzo Aluffi, nel cuore di Rieti, dove esattamente un anno fa fu inaugurata in pompa magna la nuova sede della Sabina universitas. L’11 aprile del 2022, a tagliare il nastro c’era l’allora presidente della Provincia, Mariano Calisse, accompagnato da una lista infinita di personalità, tutte intenti a mostrare le bellezze di un angolo di città al quale era stato restituito il decoro. Oggi, tutt’intorno, ci sono erbacce, sporcizia, segni di abbandono e degrado, che anche nell’ultimo fine settimana di festa hanno accolto i turisti arrivati in città.
La situazione. Eppure l’opera di recupero e restauro è stata di quelle magistrali.
Il fine settimana. All’inizio del piccolo vicolo pedonale, che sbuca su via Cintia, nessuno ha mai pensato di ripristinare la pavimentazione e, nel tempo, s’è creata una pozza malsana di fango e rifiuti. Le aiuole totalmente incolte sono ricoperte di erbacce e sono utilizzate come discarica e, soprattutto nei fine settimana, vengono abbandonate bottiglie e rifiuti di ogni tipo. Spesso la piazzetta è usata come latrina, con dipendenti e studenti della Sabina universitas costretti a passare in mezzo a tanto degrado. Da qualche tempo è chiuso, senza una spiegazione ufficiale, anche l’accesso alle scalette che collegano con via Sant’Agnese, anche quelle ridotte a discarica. Su chi deve fare manutenzione, con probabilità, ora scatterà il solito scaricabarile e il fuggi fuggi dalle responsabilità, con la stessa velocità con cui ci si affannava a presenziare il taglio del nastro. Anche questo, purtroppo, come da prassi.