Rieti, il dramma del terremoto
nel libro di Fabrizio Colarieti
Presentazione il 31 maggio

La copertina del libro
di Alessandra Lancia
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Lunedì 29 Maggio 2017, 11:37 - Ultimo aggiornamento: 13:25
RIETI - A Fabrizio Colarieti, nella notte nera del 24 agosto del 2016, il terremoto gli è andato incontro: la sua auto di cronista che di corsa cercava di raggiungere l'epicentro della notizia, finì sotto una frana, nel curvone prima di Amatrice. Poi gambe in spalla fino al relitto del «Grifoni», trasformato in ospedale da campo, e nella catastrofe di corso Umberto e del resto del paese, irriconoscibile anche agli occhi dei reatini.

Nove mesi dopo, quello che Colarieti vide e raccontò con una raffica di lanci per l'Ansa nelle prime 48/72 ore dal sisma è condensato in 3,36 (Ed.Funanmbolo, 150 pagine), che verrà presentato mercoledì 31 maggio, alle 18, alla Sala dei Cordari, presente il capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio. E' il racconto dello strazio, ma anche dello straordinario slancio dei soccorsi, dalle tante giubbe: vigili del fuoco, polizia, carabinieri, forestale, finanza. E poi i medici - col racconto dal «fronte» del de Lellis - e ancora il 118, e poi i volontari del soccorso.

E poi ci sono le storie: quella di Carlo Grossi, cui toccò la sorte di tirare fuori dalla casa crollata i suoi due figli, Franco e Anna, persi tutti e due. Nel libro Carlo è ritratto accanto a Papa Francesco, che lo trovò ad Amatrice anche il 4 ottobre quando venne in visita. E poi la storia di Rita e Giuseppe Leopardi, il cui salvataggio dalla casa del Corso è durato sette ore ed ha un nome e cognome, quello dell'agente della Polstrada Cristiano Capanna.

Storie da una notte che non avremmo voluto raccontare, ma che chiede di essere ricordata: per le vite che si è presa, per la vita che è stata più forte e fortunata. E il libro di Colarieti aiuta.
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