Rieti, sparò al giudice di pace di Poggio Mirteto per vendetta: uomo condannato

Giudice di Pace
di Massimo Cavoli
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Mercoledì 13 Gennaio 2021, 00:10

RIETI - Otto anni di carcere per tentato omicidio e una provvisionale di 25mila euro di risarcimento danni da pagare alla vittima, è questa la sentenza emessa dal tribunale di Perugia per Umberto Palaia, pensionato calabrese di 77 anni, originario della provincia di Catanzaro, che nel 2019 sparò a Monterotondo al giudice di pace di Poggio Mirteto, Antonio Di Silvestro, riuscito fortunatamente a sfuggire ai colpi di pistola. Sentenza che ha previsto anche il risarcimento danni in favore dell’Unione degli ordini forensi del Lazio, costituitasi parte civile con il presidente avvocato Luca Conti (assistito in giudizio dall’avvocata Eliana Lelli di Tivoli) insieme al Consiglio dell’ordine di Tivoli, al quale è iscritto l’avvocato Di Silvestro, il cui presidente Davide Bacecci ha assistito il collega. Palaia, dalle indagini, aveva pianificato la vendetta perché aveva perso una causa in tribunale contro un vicino, difeso da Di Silvestro, per il riconoscimento dell’usucapione di un piccolo cortile al confine con l’abitazione del rivale. L’imputato non aveva digerito la decisione del giudice, aveva presentato appello, ma era arrivata la conferma della prima decisione. Palaia aveva cercato altri spunti per promuovere azioni legali contro i vicini, fino ad accusarli di danneggiare il muro di casa sua quando passavano. Persa anche quest’ultima causa, il pensionato aveva deciso di farsi giustizia da solo contro l’avvocato della controparte, aspettandolo all’esterno dello studio dove, quando lo vide uscire, gli esplose contro tre colpi di pistola, fortunatamente senza colpirlo. La sua fuga durò poco, quando i carabinieri lo fermarono l’uomo aveva in tasca anche un coltello a serramanico di 28 centimetri, oltre alla pistola Beretta 7,65, con matricola abrasa, usata per sparare. Citato a giudizio con rito immediato dalla procura, stante l’evidenza della prova che aveva consentito di saltare l’udienza preliminare, l’imputato e il suo difensore avevano tentato la strada della perizia psichiatrica, sperando nel riconoscimento di un vizio di mente, ma gli è andata male.

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