Pur precisando che la società non è ancora in liquidazione, ha accennato alla possibilità di chiedere a breve un concordato preventivo in bianco. Fim, Fiom e Uilm, praticamente al loro debutto in una società dove il sindacato non è mai stato di casa, hanno espresso forti perplessità su questo percorso chiedendo innanzitutto il pagamento di tutte le spettanze arretrate e a seguire l'attivazione non della mobilità ma di una cassa integrazione straordinaria, «strumento - scrivono in una nota sindacati e rsa - che garantirebbe un aiuto economico nei confronti dei lavoratori messi in gravissime difficoltà dalle scelte sbagliate dell'imprenditore». Dietro infatti il crack di una società che per anni è stata una delle imprese di successo del reatino c'è l'esodo di dipendenti (almeno una sessantina) che hanno preferito licenziarsi piuttosto che aspettare stipendi che non arrivavano più e le storie di lavoratori alle prese con mutui e bollette non pagate, cartelle esattoriali non onorate con le conseguenze che si possono immaginare. Sindacati e rsa hanno chiesto un incontro al Ministero del Lavoro per la richiesta della cassa integrazione straordinaria, a cui seguiranno assemblee con i lavoratori.
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