Italgas, più investimenti e nuove acquisizioni nel piano industriale
Rinnovato il cda

L'ad di Italgas Paolo Gallo
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Giovedì 4 Aprile 2019, 16:51 - Ultimo aggiornamento: 17:55
L’appuntamento con l’aggiornamento del piano industriale è fissato per il 12 giugno, ma i dettagli sulla nuova rotta snocciolati dall’ad di Italgas, Paolo Gallo, nel corso dell’assemblea degli azionisti a Milano, chiamata ad approvare il bilancio dell’esercizio 2018 e a nominare il nuovo cda, dicono che la società punterà su più investimenti e anche su possibili nuove acquisizioni per puntare sulla crescita fino al 2025. Soltanto il 2019 «vedrà investimenti per quasi 650 milioni». E nel complesso salirà il conto attuale pari a 4 miliardi (a cui si aggiungono 1,6 miliardi per le gare d’ambito). «Una delle leve è la nostra capacità di investire sul nostro perimetro ed è un modo per limitare gli effetti del ritardo delle gare d’ambito, che purtroppo non vengono da noi» ha proseguito l’ad. Un’altra leva importante è la trasformazione digitale e in particolare la «digitalizzazione della gestione dei cantieri» appena partita. Basta pensare che soltanto in Sardegna Italgas ha dieci bacini da realizzare. «In 6 mesi abbiamo superato i 100 km di nuova rete realizzata in Sardegna ed è una rete all’avanguardia perché oltre a rete gas ci sono 100 km di fibra. È una rete davvero di nuova generazione». La Regione rappresenterà nel nuovo piano abbondantemente oltre i 500 milioni di euro di investimenti rispetto ai 400-450 milioni del piano attuale». Altra leva per la crescita sono le acquisizioni. Il gruppo «ha reagito di fronte ai ritardi delle gare d’ambito attraverso l’attività di M&A di piccole società che per motivi diversi hanno dovuto vendere», ha sottolineato il ceo, ricordando che Italgas ha acquisito 190mila punti di raccolta (contatori) nel 2017 e nel 2018, «ne mancano 60mila all’obiettivo di 250mila del triennio e ragionevolmente riusciremo a raggiungere l’obiettivo a fine 2019». Allo studio «ci sono alcune operazioni» e «prevedo», ha aggiunto Gallo, che «le centreremo per fine anno. Credo che anche il nuovo piano prevedrà M&A». Tuttavia Italgas non sono previste operazioni di M&A che riguardano il dossier Ascopiave. C’è bensì «allo studio l’ipotesi di un’alleanza di tipo prettamente industriale». Perchè «c’è una grande voglia da parte di tanti operatori di investire nella rete, assolutamente legittima. Su Ascopiave noi stiamo valutando il dossier e ritengo che andremo probabilmente a fare un’offerta non vincolante. Vediamo, come principale operatore non possiamo non guardarla. Guardiamo ovviamente il solo pacchetto distribuzione, mentre la parte retail non ci interessa», ha poi chiarito lo stesso Gallo.
Si tratta di studiare strutture che creino valore per entrambi. «Loro hanno tra i 500 e i 600 mila contatori». ma le attività di M&A di Italgas, « saranno indirizzate su piccoli operatori in tutta Italia». Da parte sua, Ascopiave è prevalentemente concentrata nel Triveneto e chiede, più che un’acquisizione, «una valorizzazione delle sue attività distribuzione». insomma, «Ci stiamo studiando, stiamo valutando una partnership che possa consentire a entrambe le società di creare valore», ha sottolineato Gallo. Dunque, «faremo un’offerta non vincolante per il pacchetto di distribuzione gas». Nello stesso tempo, però, per preservare la capacità di crescita, non verrà modificata la politica dei dividendi. «Noi calcoliamo il payout sull’utile netto consolidato. La politica dei dividendi approvata a giugno scorso prevede o un aumento annuo del 4% dei dividendi oppure un payout pari al 60% dell’utile consolidato raggiunto. Dei due valori viene scelto il più elevato. Noi riteniamo che questa formulazione crei valore per gli azionisti», ha spiegato Gallo, convinto che il 60% dell’utile corrisponderà a incrementi del dividendo superiori al 4% come minimo, «infatti quest’anno l’incremento della cedola è del 12,5%», ha ricordato. L’obiettivo è ottenere «un buon bilanciamento tra la remunerazione degli azionisti e la nostra capacità di crescita e il payout al 60% è un modo per farlo», ha spiegato Gallo, escludendo sia l’ipotesi di un acconto del dividendo. «Preferiamo pagarlo in un’unica soluzione, almeno per il momento» sia ulteriori emissioni obbligazionarie fino al 2022: «al momento non pensiamo di dover fare nuove emissioni obbligazionarie». In questi anni, ha evidenziato ancora Gallo, «siamo riusciti a limitare l’aumento dell’indebitamento nonostante gli ingenti investimenti fatti e i dividendi distribuiti. Riteniamo che questo trend sia sostenibile». E non sono in vista nuovi bond, almeno fino al 2022, quando ci sarà il rifinanziamento di quello in scadenza emesso a gennaio 2017. Ieri l’assemblea ha rinnovato il consiglio di amministrazione con la nomina di Alberto Dell’Acqua, che subentra al presidente uscente Lorenzo Bini Smaghi. Lo affiancano l’amministratore delegato Paolo Gallo, riconfermato insieme ai consiglieri Yunpeng He, Paola Annamaria Petrone e Maurizio Dainelli. Di nuova nomina Giandomenico Magliano e Veronica Vecchi, indicati congiuntamente da Cdp Reti e Snam, mentre Andrea Mascetti e Silvia Stefini sono stati indicati dagli investitori istituzionali, che avevano presentato la lista di minoranza.
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