RIETI - Per il Dpcm del 3 dicembre, il ritorno in classe nelle scuole superiori sarà possibile dal 7 gennaio, con il 75 per cento degli alunni in presenza e lo scaglionamento degli orari di ingresso e uscita. Ma negli ultimi due giorni tutti i dubbi del Governo sono tornati a galla e così a ballare sui carboni ardenti tornano anche dirigenti scolastici e aziende di trasporto, sui cui ruoli martedì ha fatto il punto la prefettura di Rieti, nel tavolo di coordinamento provinciale insediatosi l’11 dicembre. Ottenuta la disponibilità di Asm alla diversificazione e al potenziamento delle corse - e lo stesso da parte di Cotral, insieme anche ai mezzi dell’Astral e al ricorso a linee private di bus - la linea condivisa dalla prefettura converge sulla necessità di differenziare, in tutta la provincia, gli orari degli studenti delle scuole superiori, dividendo in due gli ingressi (alle 8 e alle 10) e in due le uscite (alle 13.30 e alle 15) e facendo così confluire il 40 per cento nella fascia oraria 8-13.30 e il restante 60 per cento in quella 10-15, decongestionando le corse del primo mattino.
I nodi
Ma, dopo la riunione del tavolo, adesso c’è da risolvere l’asimmetria informativa che fino a ieri non faceva combaciare le intenzioni della prefettura con quelle delle scuole e delle aziende di trasporto: «Noi non abbiamo ricevuto ancora alcuna nota su quanto deliberato nell’ultima riunione, perché come dirigenti scolastici non era prevista la nostra presenza - spiega Stefania Santarelli, dirigente del liceo scientifico “Jucci”, del classico “Varrone” e reggente all’istituto “Savoia”. - Dal canto nostro, abbiamo chiesto il potenziamento dei mezzi pubblici, ma non vediamo positivamente lo scaglionamento perché i ragazzi non lo vogliono: uscirebbero tardi da scuola e non potrebbero svolgere le loro attività extra-scolastiche.