Rieti, scuola: doppi turni di lezione, gli studenti fuori sede alzano subito la voce

Distanziamento a scuola
di Giacomo Cavoli
3 Minuti di Lettura
Venerdì 25 Settembre 2020, 00:07

RIETI - Forse, speravano che sarebbe stato più leggero di come le norme del comitato tecnico-scientifico approvate dal Miur l’avevano lasciato immaginare. Ma ieri, concluso il primo giorno di scuola dell’anno Covid, fuori dagli istituti del capoluogo in tantissimi sono usciti stanchi e sfiduciati dalle prime cinque ore di lezione appesantite dalla strisciante percezione di paura che aleggia tra aule e corridoi, fra i continui inviti a sanificare le mani e l’impossibilità di alzarsi dal banco anche solo durante la ricreazione. Così all’ora di pranzo si è presentato uno scenario quasi diverso rispetto a quello immaginato poche ore prima, quando la gioia di rivedersi dopo sei mesi dall’ultima lezione di inizio marzo sembrava aver cancellato ogni amarezza.

Zero distanziamento
Terminata la tregua concessa fino a mercoledì dall’ordinanza sindacale per consentire agli istituti di riorganizzare gli spazi dopo gli interventi di edilizia leggera approntati da Comune e Provincia, il paradosso del primo giorno di scuola si consuma tutto là dove finisce la responsabilità individuale e inizia quella esercitata dall’istituzione, cioè all’ingresso degli istituti scolastici. Tra elementari e medie va un po’ meglio, dove l’occhio vigile dei genitori disgrega le possibilità di assembramenti che invece, all’entrata delle superiori, diventano la norma: prima e dopo le lezioni, ovunque nei cortili esterni è un tripudio di baci sulla guancia, strette di mano e abbracci, quasi che il maniacale controllo imposto in aula sia un noioso pro-forma del quale liberarsi con leggerezza non appena varcata la soglia della scuola. Insomma, orari d’ingresso scaglionati e ingressi diversificati si rivelano solo uno dei tanti, onerosi compiti assegnati alle scuole e vanificati dai ragazzi. E dal liceo Magistrale al “Savoia” di viale Maraini, il coro è unanime: «L’atmosfera a scuola è pesante: gli insegnanti ci invitano continuamente a sanificare le mani anche solo per prendere un foglio di carta», raccontano alcune studentesse dell’Elena Principessa, mentre al “Savoia” guardano con angoscia al fatto che «non possiamo alzarci dal banco neanche a ricreazione. Per cinque ore, siamo sempre seduti». Anche sulla fornitura di mascherine chirurgiche agli alunni si va a macchia di leopardo: all’ingresso, lo Scientifico “Jucci” ne consegna una per studente, il Magistrale distribuisce un pacco di 30 mascherine per alunno, mentre al “Savoia” niente da fare per ieri, la garanzia data ai ragazzi è che verranno distribuite da oggi. «La mascherina in classe? E’ a discrezione del professore - confermano anche dal Classico “Varrone” – Alcuni la fanno indossare tutta la lezione, altri no».

La rabbia del Magistrale
Neanche a dirlo, è l’alternanza delle lezioni in presenza tra mattina e pomeriggio (dalle 13.35 fino alle 18.35) che, al Magistrale, fa saltare il tappo della pazienza: «Molti di noi provengono dalla provincia – raccontano in V G, uno dei corsi interessati dall’alternanza – Per aspettare le coincidenze del Cotral e fare lezione al pomeriggio, siamo usciti da casa alle 10 e torneranno verso le 20-21, mentre alcuni che hanno scelto la scuola a Rieti per fare sport saranno costretti a saltare gli allenamenti. Ma non si poteva fare come allo Jucci o al Rosatelli, dove l’alternanza è fatta in presenza e in didattica digitale?». In realtà, anche il Magistrale alternerà presenza per due giorni e digitale per altri due, ma soltanto nelle classi ospitate al “Savoia” di viale Maraini. E all’Elena Principessa la misura appare già colma al primo giorno di scuola. Fra gli studenti circolava la voce di uno sciopero in programma per lunedì 28 con direzione Provincia, a via Salaria. Nel frattempo, per tutto l’Elena Principessa il primo termine ultimo è quello del 10 ottobre, quando gli orari di lezione potrebbero subire una prima variazione.

© RIPRODUZIONE RISERVATA