La carriera del giramondo Giovanni Paolucci parte dal settore giovanile del Rieti, fino alla squadra Juniores nazionale: “Il mio percorso è iniziato qui, con la maglia del Rieti, anche se poi nel 2002 è arrivata la chiamata del Frosinone. Quella fu una esperienza importante, che riguardò ovviamente il settore giovanile, anche se ebbi la fortuna di allenarmi anche con la prima squadra sotto la guida di Arrigoni”.
Una volta terminata l’esperienza in terra ciociara inizia un lungo girovagare tra serie D, Promozione ed Eccellenza, tra Lazio e Umbria: Sabinia, Frascati, Centro Italia, San Gemini, Montecastrilli e Montefranco sono solo alcune delle squadre in cui ha militato Giovanni Paolucci: “Dopo tutte queste esperienze ho iniziato a scendere di categoria indossando praticamente tutte le maglie delle squadre di Rieti e provincia. Se mi guardo indietro mi dico che forse potevo sfruttare meglio l’occasione avuta a Frosinone, ma non ci penso più di tanto: se la mia carriera è stata questa, evidentemente è cosi che doveva andare”.
Come detto, le emozioni della vita e dello sport, a volte, corrono insieme: “Una delle esperienze calcistiche che ricorderò per sempre l’ho fatta lo scorso anno sempre a Contigliano. Lavorare ogni giorno con un personaggio come Taribello è stato incredibile : al di là di quello che ha detto la classifica a fine campionato, è stata una esperienza fantastica, non mi sono mai divertito cosi su un campo da gioco. Le emozioni che mi ha dato il calcio sono equiparabili solo alla nascita di un figlio, io ne ho due, quindi sono molto fortunato”.
E allora si, il momento delle scelte, quando le priorità iniziano a cambiare anche se la voglia di giocare a calcio divertendosi rimane: “Sono ancora relativamente giovane, è probabile che in futuro potrei ancora scegliere di divertirmi giocando a calcio. Ora le priorità sono diverse, lavoro e famiglia sono la cosa più importante di tutte. Vedremo cosa accadrà in futuro, il mio sogno nel cassetto è quello di lavorare nelle scuole calcio con i bambini, anche se richiede tanto tempo da dedicare e mi rendo conto sia una strada, almeno ad oggi, difficilmente percorribile”.
Il tempo non cancella le passioni. Le modifica, le plasma, rendendo lo sport quasi una palestra di vita.
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