RIETI - Parlare di Morro Reatino vuol dire parlare del ristorante “Maria”, poiché è il solo posto che “traina” il turismo ed è un punto di riferimento per gli stessi residenti. Da più di cinquant’anni il ristorante rappresenta una realtà nel panorama reatino.
La storia. La sua storia nasce nel 1969, quando la signora Maria Baldi (adesso 93enne), forte del passato da cuoca presso l’albergo ristorante Campo Forogna e albergo Aeronautica del Monte Terminillo, decide di mettersi in gioco insieme al marito e ai figli scegliendo Morro. Su un’altura, crocevia per Leonessa, la Valle Santa e Terni c’è un vecchio casale. Quattro mura e un tetto fatiscente di proprietà della curia, abbandonato da tempo. Maria capisce subito che quel posto poteva diventare una miniera d’oro, oltre che dare lustro al paese. Dopo anni di carte bollate riesce a districare la matassa e ad acquistare il rudere. Nasce così una piccola trattoria casareccia: quattro tavoli e un piccolo bar. Negli anni Ottanta, il salto di qualità con l’attuale ristorante. Intorno arriva il giardino, il parcheggio e una nuova struttura. Insomma c’è la svolta: il figlio Franco e la moglie Rosaria diventano figure determinanti, in quanto tra i primi sommelier ristoratori di Rieti e provincia. Rosaria si dedica più alla cucina, mentre Franco cura con professionalità gli abbinamenti cibo - vino. La ricetta è vincente e con il passare del tempo, il ristorante decolla e diventa meta di turisti provenienti soprattutto da Roma e Terni.
La ricetta. Maria elabora una ricetta che nessun altro conosce: le pappardelle alla garibaldina. «Si chiamano così perché hanno lo stesso colore rosso della camicia di Garibaldi - spiega Franco - poi anche perché a Morro c’è una targa in ricordo della sua permanenza nel borgo».