Rieti, prostituzione, stupefacenti
ed elemosine: è sos immigrati

Immigrati (archivio)
di Alessandra Lancia
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Venerdì 22 Giugno 2018, 07:53 - Ultimo aggiornamento: 13:37
RIETI - Sos immigrazione: e stavolta arriva da chi immigrato lo è stato e ci lavora da più di 20 anni. «Il fenomeno è cambiato, Rieti è diventata una città a rischio: buonismo e razzismo non sono le risposte, serve conoscere la situazione e provare a prevenire guai peggiori, sia per gli italiani che per gli stranieri», dice Edo Ihaza Eastwood, dell’Ari, che ha preparato una sorta di promemoria per la città e mercoledì lo ha consegnato al sindaco Antonio Cicchetti.

«NON SONO PIU' QUELLI DI PRIMA»
«Gli immigrati non sono più quelli di prima e raramente possono essere considerati veri e propri rifugiati politici. Ora vengono da villaggi sperduti, sono giovanissimi e soli e questo moltiplica i problemi per la loro integrazione», premette Eastwood. La comunità più problematica è sicuramente quella nigeriana, dove i rapporti di forza vengono gestiti e regolati spesso con la violenza e per i legami con la criminalità organizzata del Paese d’origine è quella più temuta sia dagli altri immigrati che dalle cooperative che si occupano della loro accoglienza: «Hanno conquistato una supremazia sul campo e se ne vantano – spiega Eastwood – Basti pensare che anche dopo gli episodi di violenza degli ultimi mesi non si è riusciti a spostarli dalla città per la loro opposizione».

LE CRITICITA'
Eastwood mette a fuoco le tre principali criticità legate agli immigrati: «L’elemosina ai supermercati, gestita come forma di controllo del territorio, lo spaccio di droga, il piccolo spaccio ad appannaggio dei gambiani, il grande dei nigeriani, e la prostituzione, anche questa gestita dai nigeriani. Qui si aprono problemi enormi per tutti: mi riferisco all’aspetto sanitario, visto che parliamo quasi sempre di rapporti non protetti, ma anche ai ricatti che spesso seguono prestazioni sessuali». Eastwood richiama l’attenzione del sindaco anche su luoghi di culto clandestini e sugli spacci alimentari. E naturalmente sugli appartamenti utilizzati dalle cooperative come alloggi.
«Il Comune - dice - dovrebbe pretendere dalla Prefettura un elenco degli alloggi per poter monitorare meglio la situazione, a beneficio di tutti. Ma sappiamo che spesso i controlli della Municipale sono “preannunciati” agli occupanti, perciò quando arrivano i vigili trovano ben poco». Nessun controllo neanche sulla frequenza dei richiedenti asilo ai corsi di italiano, pure obbligatori: «Le coop dovrebbero garantire 10 ore di lezione a settimana per tutta la durata del progetto ma spesso è un servizio solo sulla carta. Anche su questo servirebbero maggiori controlli».

L'INCONTRO CON CICCHETTI
A Cicchetti Eastwood ha ricordato la disponibilità dell’Ari a mettere a disposizione del Comune una squadra di volontari civili per la cura del verde e del decoro urbano: «Finora non è stato possibile stipulare nessun accordo ma da queste iniziative la città avrebbe solo da guadagnarci. Al sindaco ho anche proposto l’istituzione di una commissione su immigrazione e integrazione, con le associazioni e gli enti che si occupano del fenomeno, che ogni quattro mesi faccia un report sulla situazione. E questo non nell’ottica della repressione, alla quale pensano le forze dell’ordine, ma della prevenzione dei problemi, a cui dobbiamo lavorare tutti, a cominciare dal Comune. Per evitare che prima o poi succeda qualche guaio grosso».
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