Fara Sabina, «No al poligono ai confini della Riserva»

Poligono (foto d'Archivio)
di Paolo Giomi
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Venerdì 16 Febbraio 2024, 00:10

RIETI - Sta circolando in queste ore lungo tutto il territorio di Fara Sabina la petizione promossa dal comitato spontaneo “Poligo-No!”, costituitosi con l’intento di fermare, secondo quanto si legge nella premessa del documento di raccolta sottoscrizioni, la realizzazione di un “poligono di tiro all’aperto che prevede 38 postazioni per carabine e pistole da realizzare in località ‘Valle della Madonna Grotte di Torri’, a Ponte Sfondato, al confine tra i Comuni di Fara Sabina e Montopoli di Sabina, nella cava dismessa, a ridosso del fiume Farfa e alla riserva naturale Tevere Farfa”.
«Siamo convinti e preoccupati che tale struttura potrebbe avere ricadute negative per il territorio a causa dell’importante impatto acustico che renderà la vita insostenibile per gli abitanti e fruitori, per le attività ricettive, agricole e zootecniche della zona – sostengono i promotori della petizione - chiediamo pertanto al Comune di Fara Sabina di rivedere la propria posizione di assenso al progetto, onde evitare danni irreparabili». L’istanza, per conoscenza, è stata inviata anche al Comune di Montopoli di Sabina e alla Prefettura di Rieti, e gli stessi promotori non escludono l’eventualità di informare di quanto sta accadendo anche la Procura della Repubblica di Rieti, qualora se ne configurassero i requisiti.
La storia parte da lontano, ovvero dalla presentazione in Comune, all’inizio del 2022, di un Piano di utilizzazione aziendale (Pua) da parte di un’azienda agricola, intenzionata, secondo le disposizioni dell’istituto normativo in essere, a valorizzare un terreno privato con l’apertura di una “attività agrituristica ed attività integrate e complementari”. Così si legge nella delibera numero 30 che il 9 giugno di quell’anno il consiglio comunale votò all’unanimità, visto anche il precedente parere favorevole dato da una commissione convocata ad hoc. Che recependo le disposizioni del Piano territoriale paesistico regionale del Lazio, secondo cui «è consentita la realizzazione di manufatti, strettamente funzionali e dimensionati alle attività agricole. In caso di preesistenze, i nuovi interventi sono subordinati al recupero del patrimonio edilizio esistente con esclusione della totale demolizione e ricostruzione per i beni identitari dell’architettura rurale, o comunque per gli edifici esistenti aventi valore estetico tradizionale», diede luce verde all’intervento.
Il poligono in questione, da quanto si è potuto apprendere, è in qualche modo similare ad una struttura già esistente sul territorio, in località Baccelli, dove da anni vengono ospitate anche manifestazioni nazionali e internazionali supervisionate dalla Federazione italiana discipline armi sportive e da caccia (Fidasc). Un’attività, questa, che a quanto pare rientra nei parametri per poter disporre il Pua.
Già da quel momento però, lungo la valle, iniziarono a palesarsi malumori attorno all’intervento, riversatisi poi nella nascita del comitato spontaneo “Poligo-No!”. Che ora ha deciso di passare all’azione, utilizzando gli strumenti di impegno civico per opporsi, considerato anche che il Comune di Fara Sabina non ha ancora rilasciato l’ultimo parere per avviare fattivamente la realizzazione dell’area. E che anzi ha avviato per suo conto, in parte mosso anche dalle proteste, uno studio per valutare l’effettivo impatto acustico dell’apertura di un poligono di quel tipo in quella zona. I risultati di questa verifica sono attesi nei prossimi giorni.

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