Rieti, Covid. La testimonianza: «Sono stata a un solo passo dalla morte»

Stefania Perazzoni
di Raffaella Di Claudio
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Sabato 6 Marzo 2021, 00:10

RIETI - E’ una ricorrenza che tocca ferite mai rimarginate. Torna a incontrare una donna inevitabilmente cambiata, ma grata «della nuova possibilità che la vita mi ha dato». 
Stefania Perazzoni, cinquantenne di Passo Corese e fisioterapista della Asl, è stata la seconda contagiata di Fara Sabina e sesta della provincia. La sua positività è stata accertata il 14 marzo, una settimana dopo il primo caso di Coronavirus di Fara Sabina e del Reatino. Il Messaggero l’aveva intervistata al suo ritorno a casa, dopo due mesi e mezzo trascorsi tra la Terapia intensiva, il reparto Covid 2 e malattie infettive dell’ospedale de Lellis di Rieti, dove è stata trasportata il 13 marzo scorso. 
«E’ trascorso un anno da quei drammatici giorni – inizia a raccontare con emozione Stefania - E’ una triste ricorrenza che mi fa tornare in mente la dura esperienza con il Covid, che mi ha portato a un passo dalla fine. Tanti sono i ricordi che riaffiorano, le ansie e le paure dei primi giorni del contagio, trascorsi a casa, inconsapevole del pericolo che stavo correndo. Ripenso alla disperata ricerca di aiuto: di un semplice tampone che avrebbe potuto magari evitare, attraverso una diagnosi tempestiva, di arrivare in ospedale in gravi condizioni e di restare in terapia intensiva 21 giorni, intubata». 
Mesi in cui ad aspettarla a casa, appesi a una telefonata, c’erano il figlio Francesco e il marito Giovanni, contagiati anche loro, e gli altri familiari, stretti a quel filo che il “mostro”, così chiama il virus Stefania, non è riuscito a spezzare. Anche se i giorni persi nessuno glieli ridarà. 
L'isolamento
«Ripenso al tempo perso della mia vita – continua -, trascorso isolata e lontana da tutti. Ho fisse in mente tutte le sofferenze e gli sforzi per riconquistare la mia autonomia, dopo la devastazione che il “mostro” ha provocato al mio corpo. E’ stato tutto così incredibile e lontano dal mio vissuto quotidiano. Ancora oggi, dopo un anno, fa veramente male ricordare quei giorni vissuti in un letto del reparto di Terapia intensiva. Non sono più la stessa di prima, ma sono consapevole della nuova possibilità che la vita mi ha dato. Affronto la vita con leggerezza, gioia e serenità».

Le ripercussioni 
Il fisico pian piano recupera forze. «Sto benino – assicura Stefania - I miei polmoni hanno sofferto molto e ne portano ancora i segni. Stanchezza, e dolori muscolari fanno ormai parte della mio vissuto quotidiano». 
Il ritorno
Ma la quotidianità sta tornando. «Dopo diversi mesi – dice Stefania Perazzoni - ho potuto riprendere il mio lavoro di fisioterapista, anche se le ricorrenti ondate di contagi alimentano continuamente paure e ansie.

Tuttavia, per ora ho ancora un discreto numero di anticorpi e il medico mi ha spiegato che, per questo motivo, sarò tra gli ultimi ad essere vaccinata». Per gettare finalmente alle spalle i brutti ricordi di ieri e scacciare tutte le paure di domani. 

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