Borbona, ci sono anche teschi tra le ossa umane nel sottotetto della villa dei misteri

Borbona
di Emanuele Faraone
3 Minuti di Lettura
Martedì 27 Febbraio 2024, 00:10

RIETI - Un casale nobiliare in ristrutturazione, non più abitato dal 2016 per via dei danneggiamenti subiti dal terremoto di Amatrice. Da poco erano partiti i lavori di ristrutturazione post-sisma nell’immobile di Borbona il cui sottotetto è stato il teatro del ritrovamento di resti umani. Ed ora tutto finirà sui tavoli e nei laboratori dei carabinieri del Ris di Roma mentre un’informativa è stata trasmessa alla Procura reatina che procede sulla vicenda. Resti tra cui ci sarebbero anche dei teschi, circostanza che renderebbe inequivocabile la paternità delle ossa. Secondo indiscrezioni, in particolare si tratterebbe oltre a dei teschi, di ossatura di femore, bacino e mandibola di individuo adulto risalenti ai primi del 1900, almeno sulla scorta di un prima ricognizione effettuata sul posto. 

L'epoca a cui risalgono. Che la datazione dei resti sia comunque vetusta è anche valutabile dal fatto che alcuni resti ossei sono stati rinvenuti con aderenze di tessuti epidermici mummificati, per il lunghissimo lasso di tempo trascorso. Ma non si esclude che i resti siano addirittura risalenti alla metà del 1800. Tuttavia solo gli esiti degli esami e degli accertamenti di laboratorio potranno determinare con certezza la loro natura. Non ci sarebbero comunque dubbi sulla provenienza delle ossa rinvenute dalla squadra di operai edili nel sottotetto dell’edificio quando hanno avuto accesso alla soffitta per un sopralluogo prima dell’avvio delle opere di ristrutturazione edilizia.

Si tratta di un’immobile leggermente defilato rispetto al centro abitato di Borbona di proprietà di più possessori residenti tutti a Roma. La vicenda si trasferisce ora nella Procura della Repubblica presso il tribunale di Rieti dove è giunta l’informativa e la trasmissione di atti e documenti che hanno portato all’apertura di un fascicolo di cui è titolare il sostituto procuratore, Edoardo Capizzi. 

Le analisi. Un atto ufficiale che permetterà di fare luce sul caso e, soprattutto, porre punti fermi rispetto al macabro rinvenimento di cui sono stati protagonisti gli operai edili. Nell’ambito di questa prima fase investigativa e conoscitiva saranno fondamentali gli esami dei resti. Il campionamento dei tessuti ossei sarà dirimente per dare risposte più concrete circa una verosimile datazione delle ossa ma anche per valutare se appartenessero ad individui di sesso maschile o femminile. La presenza anche di ossa di ridotte dimensione farebbe presumere l’appartenenza a bambini o persone di statura ridotta.

Il materiale cartaceo. Unitamente al rinvenimento dei resti umani è stato anche individuato del materiale cartaceo e documentale risalente ad alcuni secoli fa ma saranno gli accertamenti in corso a mettere in luce se si tratti di carteggi correlati in qualche modo ai resti e che potrebbero conferire agli inquirenti ulteriori elementi utili alle indagini in corso. Circa due o tre mesi i tempi di attesa dal giorno in cui i resti umani finiranno sotto la lente dei carabinieri del Reparto investigazioni scientifiche di Roma. Rimane comunque il mistero circa il fatto che quei resti non siamo mai emersi nel corso degli anni all’interno di una dimora che, seppure abitata in maniera saltuaria e occasionale come seconda casa, ha conservato nei secoli il segreto di quelle ossa sulle quali aleggia il mistero non solo della loro appartenenza ma anche quello legato alla modalità in cui sia sopraggiunta la morte tra le mura di un immobile.

© RIPRODUZIONE RISERVATA