"La trovai piangente - racconta oggi Ferraro - in preda a violenti dolori e, nonostante i ripetuti inviti al personale medico a lenire quei dolori, fu lasciata in quelle condizioni per circa quattro ore, sino a quando, esasperata, non si lasciò scivolare dalla sedia a rotelle e cominciò letteralmente a strisciare per terra per uscire da quella condizione e venne soccorsa solo dopo l'intervento della polizia.
La pronta sedazione del dolore - aggiunge Ferraro - è prevista da tutti i protocolli operativi sin dal 1999 quale diritto ad evitare sofferenza inutile ai malati e precondizione per una corretta gestione della terapia. Una prassi che, evidentemente, viene ancora oggi ampiamente sottovalutata nei pronto soccorsi e negli ospedali italiani. Da sempre lottiamo per umanizzare e rendere più efficienti e sicuri i Pronto soccorsi italiani e anche il Pronto soccorso di Rieti. Una lotta difficile, che trova forti resistenze in un sistema ancora irresponsabile e disorientato.
La sentenza - conclude il presidnete di Rieti di Cittadinanzattiva - conforta il diritto legittimo di coloro, cittadini e attivisti volontari, che si battono per il diritto alla salute e servizi sanitari umani,efficaci ed efficienti".
© RIPRODUZIONE RISERVATA