Ricostruzione e Salaria, l'agenda delle priorità dell'assessore regionale Manuela Rinaldi: «Sono le sfide da vincere per il futuro del territorio»

L'assessore regionale Manuela Rinaldi
di Emanuele Laurenzi
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Sabato 24 Giugno 2023, 00:10

RIETI - Un processo di ricostruzione da rivedere nei modi, prima ancora che nei tempi. Riportare nelle zone del cratere imprese e residenti, allo scopo di riavviare il ciclo socio economico e ridare identità a borghi cresciuti su storia e tradizione. Il nuovo ospedale di Amatrice che potrebbe diventare operativo in 18 mesi. Il potenziamento delle autostrade informatiche che deve andare di pari passo con quello delle strade reali, a partire da una Salaria che va potenziata nei giusti modi, magari con qualche rotatoria in meno e con autovelox che non siano solo strumenti per far cassa. 

C’è tutto questo nella lunga chiacchierata che Manuela Rinaldi, assessore regionale con delega ai Lavori pubblici, Ricostruzione, Viabilità, Infrastrutture, ha concesso a Il Messaggero

Assessore Rinaldi, partiamo proprio dalla ricostruzione: qual è la fotografia del momento? 
«E’ abbastanza difficile da fare. C’è stata una scollatura tra l’ufficio ricostruzione e i territori. Il primo ha lavorato sulla progettazione delle opere, senza però tener conto della programmazione e delle necessità del territorio. Oggi ci troviamo di fronte ad opere di urbanizzazione che sono “scollate” dalla ricostruzione. Pubblico e privato non si parlavano, non c’era dialogo tra i vari uffici. Come si può ovviare a questo problema? Dobbiamo rimettere insieme le opere pubbliche e inserirle in un “master plan” delle aree più devastate dal sisma, lavorando sulla ricostruzione dei privati, stando attenti a non fare una brutta copia delle realtà preesistenti. Dove ci sono tante richieste di ricostruzione privata, si devono anticipare i sottoservizi». 

Qual è al momento la priorità nel processo di ricostruzione? 
«Dobbiamo incidere sulla ricostruzione socio economica. Ci sono ancora poche domande di imprese private perché non c’è certezza nel futuro. Si deve mantenere l’identità dei territori per incrementare l’economia: le tipicità agroalimentari in primis, ma anche l’incremento della produzione di latte o l’uso dei mattatoi. Ci deve essere un aiuto nel percorso di crescita delle loro idee». 

E’ opinione comune che il bonus 110 abbia portato molte aziende a lasciare i cantieri del cratere per altri più convenienti. E’ così? 
«Alcune ditte hanno cercato situazioni più facili rispetto ad altri cantieri. Si pensi alle difficoltà logistiche incontrare, ad esempio, nella ricostruzione dell’ospedale. A far aumentare i costi non è stato solo l’aumento dei materiali, ma anche altri fattori». 

A proposito di ospedale, a che punto sono i lavori? 
«La copertura del nuovo ospedale Grifoni sarà finita entro luglio.

E’ partita la gara per le attrezzature medicali. Entro il 2024 si spera di concludere tutto e arrivare all’operatività entro l’inizio del 2025. Si sta studiando una strategia, puntando su determinate specializzazioni». 

Tra le difficoltà logistiche delle zone terremotate c’è anche il tema delle linee telefoniche: spesso parlare o connettersi è un’impresa. Come mai?
«In alcune zone arriva il 5G e c’è anche la fibra. Ma si deve lavorare per connettere tutto il cratere. Purtroppo, i grandi gestori non investono per la limitatezza della popolazione. Serve anche un investimento del Governo perché oggi, senza internet, non si può pensare ad impiantare un’azienda». 

Dalle autostrade informatiche a quelle fisiche: a che punto siamo sotto questo aspetto? 
«E’ stato approvato un piano di viabilità complessiva, con nuove arterie che colleghino le varie zone. Il commissario alla Ricostruzione ha richiesto risorse aggiuntive proprio per questo e sono ripartiti i lavori sul viadotto che erano stati interrotti». 

C'è poi il tema della Salaria: siamo davvero alla svolta decisiva? 
«La gara per le quattro corsie tra Ponte Buita e Rieti è partita e ci sarà il progetto definitivo. Stiamo facendo le osservazioni in collaborazione con il presidente della Provincia e le consegneremo entro il prossimo 3 luglio. Speriamo che sia il miglior progetto possibile per questo territorio». 

Molti i dubbi: si parla di nuove rotatorie, una proprio a Ponte Buita. Un altro caso, come quello di Borgo Santa Maria, ha riportato di fatto la viabilità indietro di 20 anni. 
«Staremo attenti sull’inserimento di nuove rotatorie. Per questo stiamo inserendo le osservazioni. Quella di Borgo Santa Maria non è entusiasmante, ma io credo molto nella nuova progettazione della tratta Osteria Nuova-Roma. Noi ci metteremo la massima attenzione e speriamo di avere presto una strada a quattro corsie agevole e scorrevole». 

C’è poi il tema autovelox, rispetto ai quali in molti chiedono una regolamentazione, con strumenti da usare in funzione di prevenzione e non di cassa. Come si pensa di agire su questo versante? 
«Serve sicuramente una riflessione generale sugli autovelox, che non devono essere uno strumento vessatorio, ma di efficace prevenzione. Credo che questo obiettivo si possa raggiungere. Ne parleremo sicuramente in conferenza delle Regioni».

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