Il carro del principe sabino di Eretum è tornato finalmente a casa
La fotogallery

Il carro del principe sabino di Eretum
di Paolo Giomi
3 Minuti di Lettura
Domenica 17 Marzo 2024, 00:10

RIETI - L’atmosfera delle grandi occasioni, un borgo pieno all’inverosimile, come non si vedeva dai tempi pre-Covid. E una lunga lista di autorità, che dai sindaci di tutto il territorio passa per i vertici della Soprintendenza Archeologica delle Belle arti e del paesaggio per l’Area metropolitana di Roma e la città di Rieti (presente la Sorpintendente Lisa Lambusier). Oltre al Prefetto di Rieti, Pinuccia Niglio, al vescovo della Diocesi Sabina-Poggio Mirteto, monsignor Ernesto Mandara, alle autorità militari e civili della Sabina reatina e romana.

La cerimonia. Tutti accorsi a Fara Sabina per rendere omaggio al grande protagonista del pomeriggio di ieri, il carro dorato del Principe di Eretum che, dopo un “pellegrinaggio forzato” di oltre mezzo secolo ha fatto finalmente il suo ritorno a casa. In una cornice suggestiva, allestita appositamente dal Museo civico archeologico del secondo Municipio della Provincia di Rieti, che al principale reperto mai ritrovato nella storia del popolo Sabino ha dedicato (e dedicherà in pianta stabile) una sala esclusiva, tutta per lui. Sala che ieri ha visto, obbligatoriamente contingentati, numerosi gruppi di persone in visita, una visita andata avanti fino a sera, in un borgo allestito a festa.

 

La prospettiva. «L’inaugurazione di oggi è il successo di un lavoro che va avanti da anni, che ha interessato e coinvolto numerosi attori, reso possibile grazie alla passione e all’attenzione di tutti coloro che vi si sono dedicati - ha detto con non poca emozione il sindaco di Fara Sabina e presidente della Provincia di Rieti, Roberta Cuneo - ma soprattutto oggi è un grande risultato per i cittadini di Fara in Sabina e per tutto il territorio della Sabina, reatina e romana, che si vedono restituiti un importante pezzo della loro storia. Il carro del principe Eretum e tutti i reperti del corredo funerario fanno parte del patrimonio culturale della vecchia civiltà dei Sabini, e oggi della nostra città, e rappresenta l’immagine concreta del popolo che lo ha prodotto.

La presenza del Carro nel nostro Museo permetterà ai suoi visitatori, di conoscere i valori di cui questo patrimonio è portatore, di scoprire e condividere le diverse radici culturali fondamento dell’identità della civiltà che le ha prodotte».

La storia. A ripercorrere il lungo e travagliato percorso fatto dal corredo funerario rinvenuto intorno agli anni Settanta negli scavi della Tomba XI di località Colle del forno, oggi meglio conosciuta come Pianabella di Montelibretti, sono stati i tecnici della Sorpintendenza, che con il suo comitato scientifico ha contributo a far sì che il reperto potesse ritrovare la sua forma originaria, ma soprattutto potesse tornare nel suo luogo d’origine. Un lavoro imponente e molto complesso, che per giunta ha visto la sua accelerazione definitiva in piena emergenza Covid, a partire dal 2020. Da lì la ricostruzione dei 328 reperti ripresi e classificati dal museo Carlsberg Glyptotek di Copenaghen, in Danimarca, dove il carro era giunto dal mercato nero delle opere archeologiche. Un lavoro certosino, passato per Roma e Rieti, e ora giunto a destinazione.

I commenti. «Dopo lunghi anni di attesa, finalmente il Carro del Principe Sabino fa ritorno a casa nel Museo di Fara in Sabina - ha commentato il coordinatore Farense del Partito democratico, Alessandro Spaziani - Questo evento rappresenta un momento di grande soddisfazione per l’intera comunità sabina, che ha atteso con impazienza il ritorno di questo prezioso patrimonio storico e culturale. Vanno ringraziati coloro che, con il loro impegno, hanno reso possibile questo risultato, in particolare gli onorevoli Dario Franceschini e Fabio Melilli. Grazie al loro lavoro instancabile, siamo riusciti a riportare a casa il Carro. Va inoltre ringraziato l’allora assessore regionale Fabio Refrigeri, che durante la giunta Zingaretti, ha ottenuto un finanziamento di 30 mila euro per il rifacimento dell’ala del museo, che oggi ospiterà il Carro. Senza il loro impegno, non sarebbe possibile oggi tagliare i nastri».

© RIPRODUZIONE RISERVATA