Fara Sabina, il carro di Eretum come ulteriore attrattiva della Sabina

Il carro del principe di Eretum
di Paolo Giomi
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Sabato 9 Marzo 2024, 00:10

RIETI - In attesa del “d-day” del 16 marzo, giorno dell’arrivo del carro d’oro del principe di Eretum a Fara Sabina, la direttrice del Museo civico del secondo Comune della Provincia di Rieti, Alessandra Petra, racconta le frenetiche ore della vigilia di un momento che, forse, non si era mai vissuto nella storia recente del territorio, dal punto di vista culturale.

L'avvicinamento. In queste giornate fervono i preparativi per ospitare il carro di Eretum, risalente al VII secolo avanti Cristo. «Finalmente, dopo un lungo periodo di attesa - spiega la direttrice Petra - il Museo civico archeologico di Fara in Sabina è pronto ad accogliere i corredi funerari della tomba XI di Colle del Forno presso l’antica Eretum, uno dei principali centri appartenenti alla civiltà dei Sabini.

L’allestimento di una sala dedicata esclusivamente alla tomba XI è un ulteriore, doveroso, riconoscimento dell’importanza del sito e anche la continuazione di un progetto scientifico, dopo l’esposizione dei corredi di altre tombe della necropoli e, in particolare, della tomba XXXVI, nota per la presenza del trono. La tomba XI merita, inoltre, particolare attenzione per il fatto di essere stata oggetto di un rocambolesco trafugamento negli anni ‘70 e dell’esposizione presso la Ny Carlsberg Glyptotech di Copenaghen e, dopo lunghe trattative, di un recupero da parte del comando Tpc dei carabinieri. Un lungo lavoro in sinergia tra il Comune di Fara in Sabina e la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per l’area metropolitana di Roma e per la provincia di Rieti ha permesso il loro definitivo ritorno a casa e l’esposizione presso il museo».

Le aspettative. Un arrivo che porterà a uno sviluppo del museo farense. «L’inaugurazione della nuova sala - osserva Petra - sarà un evento di portata internazionale, atteso dal mondo scientifico e politico, ma anche dai residenti, consapevoli che il museo custodisce un tesoro di inestimabile valore. L’aspettativa maggiore da parte di tutti è che questo nuovo allestimento sia un’ulteriore spinta alla valorizzazione e alla promozione di un territorio, che merita di essere conosciuto per la ricchezza di risorse naturali, storiche e artistiche».

Il futuro. La speranza di tutti è che il carro di Eretum possa rappresentare un ulteriore elemento di attrazione verso il territorio. «Spesso, i musei o i siti archeologici - aggiunge Petra - possono anche essere fonte di straordinari introiti. Ma la loro esistenza, contrariamente a ciò che alcuni vorrebbero farci credere, non può essere subordinata al successo degli incassi: la vita di un museo o di uno scavo archeologico, come quella di un archivio o di una biblioteca, è un tesoro che la collettività deve gelosamente preservare a ogni costo. Il museo di Fara Sabina è in assoluto il gioiello da custodire, promuovere e valorizzare: è custode della storia del territorio, una storia documentata dai materiali ritrovati negli scavi e dalle fonti scritte antiche e moderne. Gli abitanti del luogo sono in molta parte già consapevoli della ricchezza e dell’importanza del museo e questo senso di appartenenza e di identità culturale deve essere trasmesso anche alle nuove generazioni».

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