“Bambin Gesù”: fallisce il tentativo di salvataggio. A giugno la scuola chiude, suore via dalla città dopo 350 anni

“Bambin Gesù”: fallisce il tentativo di salvataggio. A giugno la scuola chiude, suore via dalla città dopo 350 anni
di Raffaella Di Claudio
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Domenica 23 Aprile 2023, 00:10

RIETI - Si accettano miracoli perché le forze umane deputate a salvare l’istituto paritario “Bambin Gesù” non ce l’hanno fatta. L’operazione avviata dalla disponibilità avanzata dalla cooperativa di comunità di Contigliano e dall’impresa sociale Eren di Rieti dirette da Diego Rubbi - presidente di Confartigianato Pmi – è definitivamente saltata. È naufragata davanti a tempi di risposta dilatati e richieste commerciali, proposte dall’impresa sociale Promis, ritenute «irricevibili» dai cooperatori che sarebbero dovuti subentrare nella gestione della storica scuola.

Scuola simbolo. L’istituto simbolo del centro città, scelto da tante famiglie reatine per educare e formare i propri figli, a giugno chiuderà i battenti senza appello e con ogni probabilità le suore Oblate del Bambino Gesù saranno trasferite a Roma, lasciando dopo 350 anni la città. 

«Con grande rammarico – spiega Diego Rubbi – ci troviamo costretti a comunicare la nostra rinuncia.

Oltre alla Promis, abbiamo già avvertito tutti i soggetti coinvolti, a iniziare dalle suore e dalla coordinatrice didattica, Stefania Santarelli, cui va un sentito ringraziamento per la vicinanza e i preziosi consigli dispensati e ai genitori degli alunni che non ci hanno mai fatto mancare il sostegno. Insieme eravamo riusciti a mettere a punto un programma extracurricolare di 12 attività, erano pronti i centri estivi, una campagna pubblicitaria e un sito che chiaramente non andrà mai online». 

La volontà delle due cooperative era stata subito chiara: erano consapevoli che sarebbe stato difficile soprattutto il primo anno, ma fiduciosi che elaborando un’offerta educativa ed extracurricolare all’altezza il “Bambin Gesù” sarebbe potuto diventare un polo di eccellenza. 

Il percorso. «Era il 16 febbraio quando manifestammo a Promis il nostro interesse a prendere in gestione la scuola – ricostruisce Rubbi – ma sin dall’inizio ci siamo trovati a rimbalzare su un muro di gomma sul quale ogni iniziativa è stata rispedita al mittente con risposte molto lente, mentre noi non avevamo tempo già a febbraio, figurarsi alla fine aprile. Quindici giorni fa siamo riusciti finalmente a far incontrare i nostri legali con i loro, concordando una serie di modalità che dovevano essere sbloccate da una richiesta commerciale da parte di Promis. Una richiesta, giunta solo giovedì scorso, risultata per noi irricevibile sul piano economico – continua il cooperatore - perché prevedeva la possibilità che i debiti della gestione precedente transitassero sulla nuova gestione alla quale volevano accollare anche il pagamento dei trattamenti di fine rapporto (il tfr) dei dipendenti a tempo indeterminato: come potevamo accettare una cosa simile?». 

Rammarico. Un passo indietro mosso con grande dispiacere dalle due cooperative. «Abbiamo dovuto constatare che le persone che si sarebbero dovute interessare per sostenere l’iniziativa non l’hanno fatto, mentre i genitori, che sarebbero potuti rimanere meri spettatori, non ci hanno mai lasciato soli – nota Rubbi - prendo anche atto che forse la congiuntura del cambio di reggenza della Diocesi non ha favorito la velocità dei contatti».

Le suore tornano a Roma. Crolla quindi, senza più alcuna speranza, un baluardo dell’educazione paritaria reatina.«È stata una delusione cocente – ammette il presidente Pmi - Ci occupiamo da 25 anni di servizi sociali, abbiamo un gruppo di lavoro fatto di professionisti, e dover tornare indietro, dopo esserci esposti, è una caduta significativa alla quale, pur non dipendendo da noi, non avremmo mai voluto incorrere».

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