“Bambin Gesù”: la scuola chiude, le polemiche contro la ProMis restano

“Bambin Gesù”: la scuola chiude, le polemiche contro la ProMis restano
di Raffaella Di Claudio
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Sabato 29 Aprile 2023, 00:10

RIETI - All’indomani della tardiva versione di ProMis sulla triste vicenda della scuola cattolica parificata “Bambin Gesù”, nella quale l’impresa sociale che gestisce l’istituto paritario ha attribuito la responsabilità del fallimento delle trattative di salvataggio della scuola alle due cooperative reatine che volevano rilevarla, il direttore delle coop e presidente di Confartigianato Pmi, Diego Rubbi preferisce non ribattere. «Per il momento – ha spiegato Rubbi a Il Messaggero – preferiamo non replicare e fare le nostre valutazioni dopo aver letto attentamente quanto affermato da ProMis». Un tempo utile a far decantare una situazione rispetto alla quale la nota diffusa nella serata di giovedì dall’impresa sociale del presidente Fabio Porfiri e del vice David Fabrizi, direttore dell’Ufficio comunicazioni sociali della Chiesa reatina, ha finito col gettare benzina sul fuoco, e se l’obiettivo era quello di tranquillizzare docenti e genitori, con questi ultimi ha decisamente fallito. 

I fatti. Le accuse della ProMis - verso la stampa locale, rea di aver acceso, come chi fa questo mestiere ha il dovere di fare, i riflettori sulla chiusura di una scuola centenaria con la conseguente perdita di posti di lavoro e interruzione di un servizio alle famiglie e verso le due cooperative - si sono tradotte nella diffusione di un sentimento di ulteriore sconforto tra i genitori. «Ci sentiamo trattati come burattini – commentano alcuni genitori contattati da Il Messaggero, dopo gli ultimi risvolti - Non c’è rispetto né per i bambini né per i genitori, non vediamo l’ora di arrivare a giugno.

Siamo stanchi di essere presi in giro: prima ci dicono che la scuola chiude, poi non chiude, poi che avrebbe dovuto chiudere già due anni fa e ora chiude di nuovo, basta, finiamo l’anno e stop». Il colpo di grazia c’è stato con il fallimento della trattativa di salvataggio dell’istituto. 

La doccia fredda. «Proprio quando cominciavamo a tranquillizzarci, è arrivata l’ennesima doccia fredda – spiegano i genitori - Fino alla settimana scorsa eravamo tutti abbastanza fiduciosi, il progetto di rilancio che ci era stato illustrato dalle due cooperative, che sarebbero dovute subentrare, ci era apparso da subito concreto, quindi pensavamo che la scuola potesse continuare ad accogliere i nostri figli. Ci erano state prospettate iniziative incoraggianti e si era persino parlato di attivare un servizio scuolabus per intercettare i bambini di Campoloniano e della Piana, poi c’era l’obiettivo di far ripartire le medie: insomma eravamo entusiasti, perché era una soluzione sicuramente difficile da perseguire, ma molto concreta. Questo clima di speranza aveva inoltre spinto i genitori propensi a cambiare scuola, a restare. I numeri si stavano recuperando. In quella riunione ci era stato anche detto che l’accordo da formalizzare, ma tutti erano fiduciosi».

La trattativa fallita. Poi però il presidente Rubbi ha dichiarato «irricevibili» le richieste avanzate dalla ProMis, specie quelle legate alla possibilità di rilevare i debiti della vecchia gestione e accollarsi il pagamento dei trattamenti di fine rapporto dei dipendenti, che nella nota di giovedì non sono state smentite dall’impresa sociale. I
genitori sono rimasti fermi lì. Le rassicurazioni inserite a chiusura del comunicato di ProMis circa la volontà di «cercare una soluzione positiva di questa vicenda che rappresenta una ferita aperta per tutte le realtà coinvolte (bambini, genitori, dipendenti), mantenendo aperti ogni canale a proposte serie e concrete», non hanno sortito nessun effetto sui genitori. Molti di loro in questi mesi hanno invece percepito solo «un silenzio assordante. Andiamo a portare e a prendere i bambini e nessuno sente l’esigenza di parlare, commentare, spiegare, dirci qualcosa».

Senso di abbandono da parte dei genitori. Come pure un profondo senso di abbandono. «Abbiamo la sensazione – concludono amareggiati i genitori – che, nonostante si tratti della scuola cattolica più importante della città, della provincia, da parte della Chiesa non ci sia interesse rispetto alle sue sorti. In questi mesi, quando ancora si sarebbe potuto fare qualcosa, nessuno dalla Diocesi ha sentito la necessità di ascoltare i genitori del “Bambin Gesù”, nessuno ha chiesto nostro parere. Della serie la scuola chiude: arrangiatevi».

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