“Bambin Gesù”: si apre uno spiraglio per la salvezza dell'istituto paritario. Imprenditore pronto a rilevarlo e ad abbassare le rette

“Bambin Gesù”: si apre uno spiraglio per la salvezza dell'istituto paritario. Imprenditore pronto a rilevarlo e ad abbassare le rette
di Raffaella Di Claudio
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Martedì 21 Marzo 2023, 00:10

RIETI - Sul destino dell’istituto scolastico paritario “Bambin Gesù” di Rieti si apre uno spiraglio. Nelle scorse settimane una ditta non reatina, ma con legami in città, ha manifestato interesse, proponendosi per la gestione dell’istituto. Tutto sarebbe avvenuto all’indomani dell’ufficializzazione della chiusura della scuola paritaria. Era il 4 marzo quando la dirigenza della Promis (presieduta da Fabio Porfiri con vice David Fabrizi), in seguito a un incontro con i genitori degli alunni, attraverso una mail, aveva comunicato la chiusura, a giugno, dell’istituto a causa del numero esiguo di iscrizioni ricevute per l’anno 2023-24, frutto dell’aumento vertiginoso delle rette della scuola primaria, pronte a schizzare dagli attuali 350 euro annui ai duemila di settembre. 

La causa della fuga. Sono state queste cifre esorbitanti a mandare in allarme le famiglie, inducendole a rivedere i propri piani e costringendo la maggior parte dei genitori a iscrivere i figli presso la scuola pubblica con il risultato che intere sezioni si sono svuotate.

Ora il nuovo soggetto (regna il massimo riserbo sulla sua configurazione in cooperativa o meno) sembra voler subentrare a Promis nella guida del “Bambin Gesù” impegnandosi a ridurre le rette. 

Il racconto. «Qualche giorno fa – racconta un genitore – c’è stata una riunione con il rappresentante della ditta che vorrebbe rilevare la gestione, abbassando anzitutto il costo delle quote annuali che passerebbero dai duemila euro a circa mille: la metà. Chiaramente, la ditta ha messo sul tavolo una serie di condizioni che dovranno essere rispettate e saranno approfondite nella prossima riunione con le famiglie prevista per mercoledì prossimo». Una buona notizia rispetto alla quale però le mamme e i papà degli alunni dello storico istituto reatino non riescono a gioire del tutto. Provano un sentimento di sfiducia che si è diffuso negli ultimi anni e ha caratterizzato i rapporti tra le famiglie e l’impresa sociale Promis fino ad adesso. 

L'accusa. «Le cose sono cambiate tantissimo da quando nell’istituto è subentrata la Promis – spiega un altro genitore – Prima era una grande famiglia, quando gestivano le suore del Bambino Gesù le mamme e i papà erano parte integrante dei progetti e della vita scolastica. Con la Promis, l’istituto ha perso sempre di più il valore aggiunto della scuola cattolica, limitandosi ad essere una realtà privata nella quale le famiglie non sono state prese in considerazione».

Da una ventina di giorni sulla porta d’ingresso della scuola è persino comparso un cartello che vieta l’accesso ai non autorizzati, alzando un ulteriore muro tra il mondo didattico e quello esterno. «Tante famiglie che conosciamo – proseguono i genitori – hanno deciso di iscrivere i propri figli altrove non solo per l’innalzamento delle rette, ma anche per l’atteggiamento di chiusura assunto dalla dirigenza. È mancata la chiarezza tanto nei nostri confronti quanto in quelli dei dipendenti che per un periodo non hanno nemmeno percepito lo stipendio. Perché è vero che si era parlato della possibilità di incorrere in alcuni aumenti, ma a settembre i dirigenti si erano limitati a dire che sarebbero cresciuti i prezzi, in maniera irrisoria tra l’altro, i buoni pasto, poi a dicembre se ne sono usciti di colpo chiedendo una quota annuale di duemila euro: insostenibile».

Scetticismo. L’arrivo della nuova ditta si inserisce, dunque, in questo clima di scetticismo e assenza di comunicazione della Promis alla quale anche Il Messaggero da giorni chiede informazioni senza ottenere alcuna risposta.

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