I vescovi chiedono al presidente Macron di lottare contro la disoccupazione

I vescovi chiedono al presidente Macron di lottare contro la disoccupazione
di Franca Giansoldati
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Lunedì 8 Maggio 2017, 17:38
Città del Vaticano I vescovi francesi  -che alla vigilia del voto non avevano preso posizione tra Le Pen e Macron - chiedono al nuovo inquilino dell’Eliseo, attraverso la Radio Vaticana, un impegno di massima contro la disoccupazione. Su una scala di valori, tra le priorità francesi, il punto di primaria importanza, secondo  Georges Pontier, arcivescovo di Marsiglia e presidente della Conferenza episcopale di Francia, resta la «disoccupazione». Per questo Macron dovrebbe «lottare contro la disoccupazione, dare lavoro a tutti, visto che sicuramente è l’aspetto che è più distruttivo per le persone, per le famiglie, per le prospettive, per i progetti, in particolare per quanto riguarda i giovani che non vedono un orizzonte chiaro. E’ qualcosa che distrugge la fiducia che ora è necessario ritrovare, ma la fiducia la si potrà ritrovare attraverso azioni che producano frutti, frutti per tutti ma, soprattutto, per i più deboli».

Naturalmente Pontier augura - a nome dell’episcopato - buon lavoro al Presidente. «Macron è stato eletto con un voto importante, visti i risultati. Bisogna sicuramente augurargli di riuscire, per il bene del nostro Paese, altrimenti, sarà la catastrofe! Le tensioni, la ricerca del cambiamento, le incertezze sono tali da rendere necessario un successo. Le elezioni legislative non sono poi tanto lontane, da loro uscirà un nuovo Parlamento. Viviamo un momento di grandi incertezze perché è un momento di grandi cambiamenti. E’ necessario ritrovare una certa saggezza! E poi, siamo consapevoli del fatto che non dobbiamo mettere il nostro Paese nella condizione di essere ingovernabile» ha detto in una intervista alla Radio Vaticana.

Quanto alle divisioni emerse  durante la campagna elettorale tra gli elettori cattolici, il vescovo di Marsiglia tende a non enfatizzare questo aspetto. «Non ci meraviglia che i cattolici siano divisi, perché i cattolici sono in ogni strato sociale, in ogni strato culturale e quindi, rispecchiando la società francese, sono divisi anche se ci sono limiti che non possiamo superare se vogliamo rimanere cattolici, e queste sono barriere che nascono dal Vangelo, dal rispetto dell’uomo, dal rispetto della vita, dal rispetto dell’accoglienza, dell’accoglienza dello straniero, dalla giustizia sociale, dalla ricerca della pace. E tutto questo deve iniziare a livello europeo, inizia dal fatto che sia questa Europa a offrire la solidarietà agli altri Paesi. Questo è chiaro».
 
 
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