Non c'è soltanto il nome di Francesca Chaouqui ad accomunare l'inchiesta della Gendarmeria vaticana, che ha portato all'arresto di monsignor Vallejo Balda e della pr, e quella della procura di Terni, che riguarda la sottrazione di documenti e un intreccio di ricatti e favori. C'è un altro nome che unisce le due indagini ed è quello di Mario Benotti, uomo assai vicino alla Santa sede, giornalista, comunicatore, docente, ma soprattutto superconsulente della politica, con un ruolo nella finanza.
LA GENDARMERIA
La gendarmeria non si è fermata agli arresti della scorsa settimana.
L'ESTORSIONE
Ma il giornalista è coinvolto anche nell'inchiesta della procura di Terni, che vede la Chaouqui e il marito, Corrado Lanino, indagati per intrusione informatica ed estorsione. I documenti rubati sarebbero serviti per ricattare politici e prelati con l'obiettivo di ottenere nomine e favori. È questo il quadro che emerge dalle tante intercettazioni agli atti. E proprio le conversazioni tra la Chaouqui e il giornalista, ascoltate dagli investigatori, dimostrerebbero un rapporto abituale tra Benotti e la donna, che, per lui, ipotizzava anche una nomina nella Santa Sede. Il fascicolo, che sarà trasmesso anche in Vaticano, arriverà per competenza sulla scrivania del procuratore di Roma Giuseppe Pignatone. Di fatto gli episodi estorsivi e intimidatori, scoperti per caso durante le indagini su monsignor Vincenzo Paglia e il default della diocesi, hanno portato molto lontano da Terni. È nei palazzi della Capitale che si consumavano i ricatti. Anche se Lanino giura di non avere mai commesso intrusioni nella sua lunga professione.