Il Pdl a Granata: «Fuori o ai probiviri»
Il finiano: sì, ma con Verdini e Cosentino

Fabio Granata
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Sabato 24 Luglio 2010, 13:19 - Ultimo aggiornamento: 9 Febbraio, 23:38
ROMA (24 luglio) - Durissima polemica all'interno del Pdl nei confronti del finiano Fabio Granata, reo di aver espresso nei giorni scorsi alcune posizioni dissonanti a proposito di inchieste di mafia. A Orvieto, durante la seconda giornata del convegno dei circoli Nuova Italia di Gianni Alemanno, un fuoco di fila contro Granata, ma nel mirino c'è tutta la componente finiana, che ormai viene vissuta come un vero e proprio corpo estraneo al partito. Il vicepresidente della Camera Maurizio Lupi appoggia così la richiesta di Mario Valducci di provvedimenti disciplinari e parla di deferimento ai probiviri. Granata risponde "sì, ma in compagnia di Verdini e Cosentino". Granata, vicepresidente della Commissione nazionale antimafia, nei giorni scorsi, parlando delle stragi del 92, aveva ribadito l'attendibilità di Spatuzza sulla ricostruzione dell'attentato, aggiungendo che «pezzi dello Stato e del governo ostacolano la ricerca della verità sulle stragi di mafia».



«Lo statuto che Granata ha votato è chiaro, netto e preciso. Coloro che hanno parole durissime e strumentali o vanno via dal partito, oppure nel partito c'è un luogo, che è quello dei probiviri, dove deve essere giudicato - dice Lupi, - Tutti si ricordino che senza Berlusconi non sarebbero stati in Parlamento e tutti si ricordino che sono stati eletti nel Pdl e hanno sottoscritto il programma del partito».



Frattini: respingiamo con sdegno le accuse di Granata. «Non possiamo accettare chi adombra semplicemente il pericolo che ci siano collusioni con ambienti criminali - dice il ministro degli Esteri, Franco Frattini - E' molto triste che lo faccia Fabio Granata, un esponente del Pdl, quando questo governo è quello che più di tutti negli ultimi venti anni si è impegnato nella lotta alla mafia e alla criminalità organizzata. Respingiamo con sdegno queste insinuazioni. Io conosco Berlusconi dal 1993 e lui ha sempre mantenuto le promesse. Bisogna però essere in due per essere d'accordo. Certo, non aiutano frasi che evocano il pericolo di una questione morale. La legalità è nel nostro dna, non accettiamo lezioni da nessuno. Noi siamo convinti che in un grande partito si debba favorire la libera espressione del pensiero, non un'opposizione interna continua e costante. Noi pensiamo ad un partito che non segue il teatrino della politica e le logiche pesanti degli apparati. Anche il congresso rappresenta un'occasione».



Granata: felice di andare dai probiviri, ma con Verdini e Cosentino. «Attendo che mi convochino i probiviri con assoluta tranquillità - replica Granata - Mi piacerebbe conoscere quali sono le frasi tanto incriminate da me pronunciate che dovrebbero passare il loro vaglio e attendo di capire se i probiviri si dovrebbero interessare anche di quei dirigenti accusati di comportamenti gravi e non compatibili con la politica di un grande partito nazionale e conservatore che dovrebbe preoccuparsi del bene comune, anziché di azioni lobbistiche, affari o di rapporti con ambienti oscuri. Sarei felice di andare dai probiviri, insomma, insieme a Nicola Cosentino e a Denis Verdini».



«Frattini riservi il suo sdegno per vicende molto più concrete e squallide che riguardano alcuni esponenti del partito - continua Granata - piuttosto che per interpretazioni fantasiose e strumentali delle mie dichiarazioni sulle stragi del 92, rispetto alle quali ho solo ribadito l'attendibilità piena di Spatuzza sulla ricostruzione dell'attentato; attendibilità certificata e difesa, non da me, ma da ben tre Procure e da un magistrato come Lari, lodato da Alfano e personaggio di assoluto equilibrio. Non ho mai detto né tantomeno pensato, che Spatuzza sia attendibile nelle ricostruzioni "de relato" sui referenti politici, tantomeno ho mai detto o pensato che Silvio Berlusconi possa essere coinvolto in queste inchieste. Frattini riservi il suo sdegno per i protagonisti di tante vicende torbide che rischiano di distruggere il Pdl e per gli amici che strumentalmente filtrano alcune prese di posizione distorcendone senso e finalità».



E' sul tema della legalità che parte l'affondo più pesante contro i finiani accusati di usarla «in modo strumentale» per fare battaglie interne al partito: «Ricordo che nel vecchio Movimento Sociale Italiano avevamo le correnti che si scontravano in modo cattivo ma se c'era qualcuno di noi che cadeva in disgrazie il partito faceva quadrato» sottolinea Altero Matteoli che poi non si lascia sfuggire una frecciata contro Gianfranco Fini. Il presidente della Camera non è citato ma pare essere lui il bersaglio: «A me viene anche da ridere quando sento chi ha una storia come la mia alle spalle che contesta il leader carismatico, la nostra storia è fatta da leader carismatici e anche quando abbiamo avuto chi non l'aveva il partito glielo ha costruito perchè diventasse tale».



Cicchitto: «Ogni giorno ha il suo affanno. Una volta conclusi i lavori parlamentari sulla manovra e le intercettazioni esamineremo la situazione interna al partito», nell'ambito della quale vanno esaminati gli «attacchi che vengono portati dall'interno del Pdl - interviene il presidente dei deputati Pdl - Granata è un «polemista che per di più ignora quel che è accaduto, negli anni della fine della prima Repubblica. Non è certamente Berlusconi che può temere che si verifichi quel che accadde nel 92-93, perchè allora altri erano in attesa di ereditare il lascito della prima Repubblica».



«Reputiamo un valore fondante di questo partito il garantismo a 360 gradi che deve valere per tutti, amici e avversari - dice Cicchitto - Garantismo e legalità non sono in contraddizione. È stato giustamente ricordato Borsellino, un eroe, ma l'eroe per antonomasia per molti di noi è Falcone. Falcone combatteva la mafia ed era un rigoroso garantista egli, proprio per questo, fu attaccato dall'Unità, dai comunisti e da Magistratura democratica. Il Granata dell'epoca si chiamava Leoluca Orlando Cascio», ha detto Cicchitto al convegno dei circoli Nuova Italia. Parole accompagnate da un lungo applauso in mentre qualcuno gridava "bravo-bravo".



Augello: allora in Campania corte marziale. «Non sono sicuro che nel Pdl abbiamo eletto dei probiviri. Ritengo che Granata abbia detto delle cose che non condivido e che sono sopra le righe. Mi spingerei anche a dire che Granata ha detto una sciocchezza. Ma se convochiamo i probiviri per una sciocchezza, credo che in Campania per capire quello che è successo a Caldoro bisognerà convocare la corte marziale», commenta il senatore del Pdl.



Lehner: trovato l'anello mancante. «Anche nella regressione si notano gli anelli mancanti. Ad esempio, nella involuzione da homo sapiens sapiens ad homo retinus insapiens, i darwiniani pare abbiano individuato l'anello mancante nell'homo finianus, tipo Fabio Granata. Non è una bella notizia per i probiviri del Popolo della Libertà, ma per l'antropologia culturale il ritrovamento configura una pietra miliare nella conoscenza delle origini dell'olio di ricino e del manganello»,commento sarcastico il deputato del Pdl.
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