#PrayforBelgium: l'abbraccio tra gli omini francese e belga e il Manneken Pis che orina sulla dinamite diventano virali

L'immagine divenuta virale sui social
di Giulia Aubry
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Martedì 22 Marzo 2016, 14:06 - Ultimo aggiornamento: 23 Marzo, 11:16

Sono le icone di questa guerra non dichiarata. I loghi che accompagnano una narrazione terribile scandidata da post e tweet sui social, da hashtag come #PrayforParis e, oggi, #PrayforBelgium. Come l'immagine creata da Bansky il 13 novembre con la Torre Eiffel e il simbolo della pace a ricordare tutte le vite spezzate al teatro Bataclan, al Comptoir Voltaire, allo Stade du France.


Dopo le esplosioni di stamattina all'aeroporto e nelle stazioni della metropolitana di Bruxelles, la solidarietà e l'indignazione hanno nuovamente trovato spazio nelle centinaia di migliaia di post e tweet. Tra bandiere del Belgio e hashtag ha così fatto la sua comparsa un'immagine bellissima e commovente. Quella di un omino stilizzato con i colori della bandiera francese che abbraccia un altro omino con i colori di quella belga. Entrambi sono in lacrime. Quello francese sembra voler consolare quello belga il cui pianto è oggi più disperato. Come lo fu quello dei francesi lo scorso 13 novembre. E proprio questa data compare in calce all'immagine assieme a quella terribile odierna, 22 marzo. L'immagine è del vignettista Plantu ed è stata pubblicata da Le Monde.

Sui social è virale anche un'altra immagine, quella che raffigura il Mannken Pis stilizzato che fa pipì sopra a un grappolo di dinamite. Il Manneken Pis è una statua in bronzo, alta una cinquantina di centimetri, situata nel centro storico di Bruxelles. Questa statua, uno dei simboli della capitale belga, rappresenta l'indipendenza di spirito degli abitanti di Bruxelles. Si tratta di una fontana che rappresenta un piccolo ragazzo che sta urinando. Le parole Manneken Pis significano in bruxellese (dialetto fiammingo vicino all'olandese), il ragazzetto che fa pipì.

Francesi e belgi che fino a due giorni fa apparivano insieme sorridenti dopo l'arresto di Salah Abdeslam oggi piangono insieme in un unico abbraccio. Un abbraccio che va oltre i tradizionali screzi tra i due paesi, così vicini ma anche così orgogliosi dela loro diversità e del loro antagonismo. In un piacevolissimo film del 2010 di Dany Boon (già campione di incassi con Giù al Nord) compariva il simpaticissimo personaggio di un belga francofobico in lotta, tra le altre cose, contro l'Atto unico europeo che ha cancellato la frintiera franco-belga. Ma oggi persino quel personaggio che predicava la supremazia dei ciclisti del Belgio su quelli francesi accetterebbe quell'abbraccio. Le mani al volto dell'omino con i colori del Belgio. Quella lacrima che rende entrambi simili a due Pierrot feriti e offesi. feriti e offesi da chi è cresciuto sulla loro terra, ha frequentato spesso le loro scuole, parla perfettamente francese, fa la fila nei supermercati accanto a loro, ha vissuto nei quartieri distanti dal centro della Ville solo poche fermate di metro. Ma così lontani da qegli omini abbracciati, così distanti dalla loro umanità. Dal simbolo di una sofferenza che vuole però ricordare il valore supremo della pace e dell'unità contro l'ingiustizia.

La bandiera, le lacrime, l'abbraccio, la Torre eiffel, il simbolo della pace. I nuovi simboli che trascendono appartenenze e divisioni e che riuniscono il popolo del social e compaiono sui profili di francesi, belgi, italiani, inglesi, americani, tedeschi... ma anche arabi, orientali... Perchè un'umanità sotto attacco ha bisogno di simboli ed eroi.

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