Palinuro, giallo sulle cause dell'incidente ai sub

Palinuro, giallo sulle cause dell'incidente ai sub
di Adolfo Pappalardo
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Domenica 21 Agosto 2016, 09:38

PALINURO Immaginate un cunicolo che scende ripido da 26 sino a 50 metri di profondità e immaginate di infilarvici dentro. Prima in maniera abbastanza agevole, anche se sott'acqua, e arrivare a un varco di non più di 80 centimetri, nell'ultimo punto. Quando devi sfilarti le bombole è stretto se vuoi risalire poi per un'altra cavità che sbuca altrove. Un labirinto per chiunque ma non per il capo immersione e titolare del diving Mauro Cammardella che, qui sotto, ci scendeva anche da solo e in qualsiasi giorno dell'anno.

CAPODANNO SOTT'ACQUA
Compreso un paio di Capodanni che lui aveva festeggiato così e le cui foto ora i suoi familiari tengono strette come una reliquia. «Finchè non lo vedo non ci credo che sia morto lì sotto», si dispera sua figlia Emanuela sul molo. Ma è in questo punto preciso che sono intrappolati i corpi dei sub. La loro tomba negli abissi. «È un posto del cavolo», dice Paolo De Santis, sommozzatore dei vigili, che si è infilato dentro durante le operazioni di recupero. Ancora con la paura addosso perché vi è rimasto incastrato pure lui. Operazione pericolosa il recupero nella grotta della Scaletta con i sommozzatori stremati e costretti a chiedere l'invio di una camera iperbarica per poter aumentare cosi i turni di lavoro e saltare le due ore di riposo compensativo senza passare nemmeno per il molo.
 
Mentre dall'altro lato del piccolo scalo i turisti si godono tranquillamente gli ultimi scorci di agosto e gli altri diving escono tranquillamente con i turisti, sempre in direzione capo Palinuro. Solo un po' più lontano ma senza fermare la macchina nemmeno per un minuto in rispetto del lutto. Forse per scaramanzia o chissà.
Eppure una sola cosa è ormai certa: nessuna speranza, già dalla notte appena trascorsa, di trovare vivi Mauro Cammardella, Mauro Tancredi, medico in Toscana ma nato Palinuro e Silvio Anzola, il manager milanese alla sua ultima immersione delle vacanze prima di ritornare in Lombardia. Incastrati, praticamente sepolti, in quel posto meraviglioso diventato per loro una tomba. Anche se tutti esperti e conoscitori di questi anfratti.
E quando i soccorritori esausti sbarcano sul molo, non se la sentono più di alimentare anche con lo sguardo false speranze tra i parenti chiusi nel silenzio del dolore. Si fanno incontro all'arrivo dei sub sperando e aggrappandosi ad una buona notizia pur sapendo che non ve ne sono e non ve ne saranno. «Condoglianze», dirà, quasi sussurrando, uno di loro alla moglie di Cammardella, facendo svanire qualsiasi miracolo e procurandole un leggero malore che la costringe in autoambulanza. D'altronde gli stessi compagni di immersione, quelli andati subito giù prima dell'avvio della macchina dei soccorsi, hanno subito individuato il punto dove sono allocati i corpi. Ma più passano le ore più diventa difficile prenderli e portarli su.

I PROTOCOLLI DI SICUREZZA
Erano usciti due mattine fa alle 10 rispettando tutti i protocolli di sicurezza. Controllo delle attrezzature e comunicazione in Capitaneria di rotta e componenti dell'equipaggio. Escono in barca in sette. Per il primo gruppo nessun problema, per il secondo di tre non si avrà mai più notizia. E anche per cercare di capire l'esatta dinamica bisognerà attendere il recupero dei corpi e delle attrezzature. Non si parla ufficialmente nemmeno dell'avvistamento dei tre corpi. «Presumiamo - dice il comandante della Capitaneria di Palinuro Andrea Palma - si trovino nell'ultimo tratto di 15-20 metri. Le ricerche continuano ed è arrivato un secondo elicottero della Guardia costiera per dare assistenza ai sub che hanno problemi di ambulazione dopo le troppe ore in immersione». Tempi lunghi in fondo al mare anche per rispettare tutte le procedure di sicurezza. Dalla sagolatura della cavità ai movimenti coordinati per evitare che si alzi altro limo e sabbia facendo perdere gli ultimi lumi di visibilità e rendendo ancora più complicato tutto. «L'operazione è già estremamente complessa e necessita - continua Palma - di tutta la cautela possibile per il personale impegnato». Rimane l'attesa dei tempi. Impossibili da stabilire ora. Potrebbero volerci anche dei giorni.
 
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