Scherzo a Meloni, telefonata fake di comici russi sull'Ucraina: «C'è stanchezza». Palazzo Chigi: «Rammarico per l’inganno»

La premier tratta in inganno da falso presidente dell'Unione Africana per cui uno dei due si era spacciato

Scherzo a Meloni, telefonata fake di comici russi sull'Ucraina: «C'è stanchezza». Palazzo Chigi: «Rammarico per l’inganno»
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Mercoledì 1 Novembre 2023, 13:29 - Ultimo aggiornamento: 18:14

«C'è molta stanchezza da tutte le parti» sul conflitto in Ucraina e «si avvicina il momento in cui tutti capiranno che abbiamo bisogno di una via d'uscita». È quanto ha affermato Giorgia Meloni in una telefonata «fake» con due comici russi, Vovan (Vladimir Kuznetsov) e Lexus (Alexey Stolyarov), uno dei quali si sarebbe spacciato per un «politico africano».

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«Il problema - afferma l'interlocutrice che viene presentata come Meloni - è trovare una via d'uscita accettabile per entrambe le parti senza distruggere la legge internazionale. Ho alcune idee su come gestire questa situazione, ma aspetto il momento giusto per metterle sul tavolo». La registrazione della conversazione è stata postata sulla piattaforma online canadese Rumble e ripresa dall'agenzia russa Ria Novosti.

«La controffensiva dell'Ucraina non sta andando come ci si aspettava», afferma ancora l'interlocutrice, e «non ha cambiato il destino del conflitto».

Quindi «tutti capiscono che potrebbe durare molti anni se non cerchiamo di trovare una soluzione». Gli ucraini comunque, aggiunge, «stanno facendo quello che devono fare, quello che è giusto fare, e noi cerchiamo di aiutarli».

 

La nota di Palazzo Chigi

Sul caso della telefonata Palazzo Chigi interviene con una nota. La Presidenza del Consiglio esprime rammarico per la "trappola" tesa dai comici e ricostruisce i fatti: «L'Ufficio del Consigliere diplomatico del Presidente del Consiglio dei Ministri si rammarica per essere stato tratto in inganno da un impostore che si è spacciato per il Presidente della Commissione dell'Unione Africana e che è stato messo in contatto telefonico con il Presidente Meloni», si legge nella nota. L'episodio, spiega ancora Palazzo Chigi, «è avvenuto il giorno 18 settembre nel contesto dell'intenso impegno sviluppato in quelle ore dal Presidente Meloni per rafforzare i rapporti con i leader africani con i quali ha avuto importanti incontri a margine dell'Assemblea Generale dell'Onu tra il 19 e il 21 settembre».

Il caso

Il presidente Meloni è stata tratta in inganno al telefono da un personaggio che è riuscito a spacciarsi attraverso l'ufficio diplomatico di palazzo Chigi come presidente dell'Unione Africana, si apprende in ambienti di governo. Nonostante il tentativo di farle dire frasi «scomode» Meloni ha invece ribadito nella sostanza le posizioni assunte dal Governo, pur nei toni consueti di estrema cortesia formale che si tengono in interlocuzioni con rappresentanti istituzionali stranieri. Il presidente del Consiglio, nonostante le provocazioni, ha confermato il pieno sostegno all'Ucraina e le politiche italiane di contrasto all'immigrazione illegale, concludono le medesime fonti.

Le reazioni

«Nella vicenda della telefonata con i due comici russi, c'è stato indubbiamente un grave errore dell'ufficio del consigliere diplomatico di Palzzo Chigi, che non ha fatto le opportune verifiche. Non ci pare tuttavia che tale errore si possa addebitare a Giorgia Meloni. Per ciò che concerne il contenuto della telefonata, le conversazioni riservate e le posizioni pubbliche di un capo di governo sono cose da sempre distinte. Siamo convinti che la posizione del Governo Italiano sull'Ucraina rimarrà la stessa. Strumentalizzare a fini di polemica politica quanto avvenuto rappresenta un errore ed è lesivo dell'immagine dell'Italia. Azione si asterrà dal farlo». Lo dichiara il segretario di Azione, Carlo Calenda. 

«Che figuraccia per l'Italia e per Giorgia Meloni. Due comici russi hanno beffato Palazzo Chigi e hanno parlato con la Premier spacciandosi per leader africani. Avendo lavorato qualche anno a Chigi mi chiedo come sia possibile raggiungere un livello di superficialità così devastante che fa fare una figuraccia non solo alla Meloni ma alla Repubblica Italiana». Lo scrive sui social il leader del Pd, Matteo Renzi. «Due considerazioni: 1. Nel metodo. Meloni deve farsi aiutare. Se questo è il livello della sua squadra, proprio non ci siamo. E basta di dar sempre la colpa a qualcun altro. È in gioco la credibilità del Paese, possiamo smetterla con queste planetarie figure barbine? 2. Nel merito. Giorgia Meloni dice che nessuno ascolta le sue proposte e che altri leader neanche le rispondono. Se è vero, è segno di debolezza. Se non è vero, peggio mi sento. La Premier deve finirla con questo vittimismo cosmico per cui lei è sempre oggetto di cattiverie e complotti. Porti le sue idee e smetta di dire che tutti ce l'hanno con lei. Se gli altri non le rispondono, faccia uno sforzo di serietà. Qui è in gioco la credibilità dell'Italia, basta coi dilettanti».

«Avete visto cosa è successo? Giorgia Meloni, credendo di avere un colloquio telefonico con un alto diplomatico africano, in realtà ha parlato della nostra politica estera e di altri dossier delicati con due comici russi. Sono emersi fatti molto gravi». Lo dichiara il presidente del M5s, Giuseppe Conte. Nella telefonata col fantomatico leader africano - spiega poi Conte in un video - « Meloni ha svelato verità che non ha mai raccontato agli italiani. Continua a mandare armi a oltranza in Ucraina e a inseguire questa escalation militare ma si mostra lei stessa consapevole che occorre trovare una via d'uscita negoziale che tuteli gli interessi di entrambe le parti. Ma soprattutto ammette di non avere ancora trovato il coraggio di portare ai tavoli che contano una posizione diversa dell'Italia, che offra finalmente una soluzione negoziata». «Questa codardìa la pagano però gli italiani, gli europei, ma soprattutto le vittime di questa guerra, che purtroppo continuano a crescere. Fallisce sull'Ucraina, fallisce sul tema migranti e gli altri leader nemmeno le rispondono al telefono. Un grave danno per l'Italia, un enorme inganno agli italiani». «Noi dicevamo fin dall'inizio che questa era la soluzione e ci accusavano di essere dei vigliacchi e filorussi. Ora scopriamo che anche questo è il pensiero della nostra presidente del consiglio». Per Conte «è sconcertante apprendere che i nostri collaudati protocolli di sicurezza di Palazzo Chigi possano essere aggirati e penetrati in modo così plateale».

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