A palazzo Chigi lo definiscono «un ampio giro d’orizzonte». Un tagliando sull’agenda di governo che, spiegano, «è nella natura delle cose» e ha toccato non solo le trattative sul Pnrr in corso con Bruxelles, ma anche i decreti varati nelle ultime settimane dall’esecutivo e la girandola di impegni internazionali che vedrà protagonista Giorgia Meloni nei prossimi mesi. Certo è che, quando la premier ieri è stata ricevuta al Quirinale da Sergio Mattarella per quella che anche il Colle racconta come «una lunga conversazione svoltasi in un clima di cordialità e collaborazione», Meloni non si aspettava che il faccia a faccia durasse così tanto. Nel pomeriggio era infatti attesa sul palco di Udine per la chiusura della campagna elettorale regionale insieme ai vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani. Appuntamento a cui la premier rinuncerà solo in parte, partecipando poi in video-collegamento per ribadire come l’attività del governo in Europa non sia altro che «cercare di rendere il Pnrr compatibile con le richieste ma anche con priorità nuove per la nostra nazione». Una lettura sposata anche da Tajani che però ha spiegato come debba essere Bruxelles a essere coerente: «La Commissione europea aveva approvato una serie di progetti, ora ha da ridire sugli stadi di Venezia e Firenze, prima deve mettersi d’accordo con se stessa».
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IL PIANO
In ogni caso, tornando al Quirinale, il pranzo di quasi due ore tra Mattarella e Meloni è stato utile a entrambi per fare il punto.
GLI APPUNTI
Ad infittire ulteriormente l’agenda di Meloni di ieri, è stata la volontà della premier di aggiornare anche i suoi elettori su quanto realizzato negli ultimi giorni. Ha cioè pubblicato sui suoi profili social una nuova puntata degli “Appunti di Giorgia”, approfittandone per raccontare senza contraddittorio la ratio del decreto bollette.
La premier ha smentito l’opposizione che aveva accusato la maggioranza di aver introdotto un condono tributario penale. «Noi condoni non ne facciamo», ha detto fermamente riferendo che nel decreto «c’è anche una norma che adegua alla nostra tregua fiscale le norme penali». Non solo, Meloni ha tenuto anche ad allontanare le polemiche sul nuovo codice degli appalti: «Ha la finalità banale di fare le opere, combattendo sempre le ruberie ma senza bloccare all’infinito quello che c’è da fare e va fatto». Infine, la premier ha ribadito la contrarietà del governo alla carne sintetica, che in questi giorni ha sollevato numerose polemiche. «Siamo la prima nazione - ha rivendicato - che ha deciso di vietare la produzione di cibo sintetico, l’Italia è all’avanguardia: siamo stati i primi ma chissà che qualcuno non ci segua».
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