Elezioni Molise, Rosato (Italia Viva): «Noi con la maggioranza? Si può rifare, l'abbraccio a sinistra non è un obbligo»

Elezioni Molise, Rosato (Italia Viva): «Noi con la maggioranza? Si può rifare, l'abbraccio a sinistra non è un obbligo»
di Andrea Bulleri
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Martedì 27 Giugno 2023, 06:17

«Se vogliamo fare il centro, è naturale che Italia viva supporti quelli che ritiene i candidati migliori. Non necessariamente quelli di centrosinistra. Altrimenti, che centro sarebbe?». Non si spinge a parlare del Molise come di un «laboratorio politico» per il futuro, Ettore Rosato. Ma per l'esponente di Italia viva, la vittoria col centrodestra alle Regionali non è destinata a restare un caso isolato. Anzi.

Iv è stata criticata per l'appoggio alla coalizione meloniana in Molise: avete puntato sul candidato che aveva più chance di vincere? «Abbiamo fatto una scelta partendo proprio dai candidati in campo.

Roberti (già sindaco di Termoli, ndr) è un buon amministratore, moderato. E ha messo in campo una proposta alternativa a quella del centrosinistra, in cui il Pd ha lasciato campo libero al Movimento 5 Stelle nella scelta della leadership».

C'è chi maligna: quello dei renziani è un segnale di avvicinamento al governo. C'è da aspettarsi una collaborazione col centrodestra in Parlamento, dopo il Molise? «Dire di essere al centro e pensare che le alleanze vadano fatte solo col centrosinistra è una contraddizione in termini. Fare il centro significa decidere non in base all'opportunismo delle situazioni, ma scegliere le proposte migliori per ogni specifico territorio. Così hanno fatto i dirigenti del Terzo polo in Molise».

L'anno prossimo ci sarà un importante tornata di amministrative nelle città, e poi le Regionali in Sardegna, Piemonte, Umbria, Abruzzo... Che farete?
«Mi auguro che il Terzo polo continui a scegliere l'alternativa migliore in campo. Non capirei un abbraccio a prescindere verso sinistra».

A proposito di abbracci, quello tra Conte e Schlein a Campobasso non ha portato fortuna. L'asse Pd-5S reggerà? E voi, decisi a starne fuori?
«Penso che reggerà. E penso che sia sbagliato ipotizzare una futura convergenza di Italia viva: la convergenza non c'è sui contenuti. Dalla giustizia all'economia al lavoro, fino al sostegno all'Ucraina. È una distanza che non vedo come si possa colmare. Mentre mi sembra che Pd e M5S facciano a gara per essere sempre più simili. E stanno vincendo entrambi».

Dica la verità: non avete sostenuto Gravina perché è un uomo dei Cinquestelle.
«Il Pd aveva contattato i nostri dirigenti proponendoci di appoggiare un buon candidato, un giornalista, Domenico Iannacone, disponibile a correre. Ma è stato accantonato dopo le decisioni di Schlein e Conte. Discussioni che non ci riguardano».

Alle Europee che farà Iv? Correrà con Azione? Lo sbarramento è pur sempre al 4%...
«E penso che sarebbe un errore ritoccarlo. Non possono esistere due o tre terzi poli: serve una proposta politica unitaria dei liberali e riformisti. Ho sempre sostenuto che non possa trattarsi soltanto di una lista, ma dev'essere qualcosa di più solido e interessante per gli elettori».

Non ha rinunciato all'idea di un partito unico con Calenda?
«Per essere alternativi a destra e sinistra bisogna fare massa critica, che superi le due cifre. Altrimenti si tornerà al bipolarismo: ognuno metterà in campo l'opzione politica che preferisce e ci si dividerà su questa base. Speriamo di no».

Santanchè si deve dimettere?
«Eviterei di fare i processi sulle trasmissioni televisive. Venga in Aula, spieghi le sue ragioni e i gruppi si esprimeranno. Ho visto ministri dimettersi per molto meno. Ma li ho visti anche uscire completamente indenni dalle inchieste».

Mes: per Calenda i voti dell'opposizione non mancheranno, in caso di sì
alla ratifica.

«Stiamo discutendo di una proposta di legge di nostra iniziativa: è scontato il nostro voto a favore. L'approvazione del Mes senza scossoni e senza polemiche va nell'interesse del Paese. Come lo è avere un governo che possa trattare gli interessi italiani a testa alta».

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