Comunali 2023, oggi e lunedì si vota in 595 comuni: ecco dove. Alle urne 6,3 milioni di elettori. La guida

Le urne resteranno aperte dalle ore 7.00 alle 23.00 di domenica, e dalle 7.00 alle 15.00 di lunedì. Subito dopo la verifica dell'affluenza, inizierà lo spoglio.

Comunali 2023, urne aperte in 790 comuni per 6,3 milioni di elettori: la situazione alla vigilia
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Sabato 13 Maggio 2023, 15:19 - Ultimo aggiornamento: 14 Maggio, 00:01

Urne aperte in quasi 800 comuni dello Stivale. Alle 16 di oggi si insedieranno i seggi elettorali, in vista della loro apertura, prevista per domattina. Le elezioni comunali 2023 riguardano i cittadini di 790 comuni, di cui 595 appartenenti a regioni a Statuto ordinario e 195 a Statuto speciale (in Sicilia e Sardegna si vota il 28 e 29, in Trentino e Valle d'Aosta il 21). 

Elezioni comunali, il centrodestra punta su Ancona e Brescia, la sinistra rivuole Pisa e Siena. Le città al voto e le alleanze

Comunali 2023, la guida al voto

In totale, sono 6,3 i milioni di votanti che dovranno eleggere il loro sindaco.

Le urne resteranno aperte dalle ore 7.00 alle 23.00 di domenica, e dalle 7.00 alle 15.00 di lunedì. Subito dopo la verifica dell'affluenza, inizierà lo spoglio.

Si vota in 13 capoluoghi di provincia (Ancona, Brescia, Brindisi, Imperia, Latina, Massa, Pisa, Siena, Sondrio, Teramo, Terni, Treviso e Vicenza). L'eventuale turno di
ballottaggio è previsto nei giorni di domenica 28 e lunedì 29 maggio (Trentino e Valle d'Aosta il 4 giugno, Sicilia e Sardegna l'11 e 12 giugno). Sette di queste città sono governate dal centrodestra, cinque dal centrosinistra.

Alleanze alla prova, dunque, con l'incognita legata all'astensionismo, in continua crescita nelle ultime consultazioni: alle amministrative del giugno 2022 ha votato infatti il 54% degli
aventi diritto (con un calo di affluenza del 5,4% rispetto alla precedente tornata). Pd e M5S sono alleati in 4 capoluoghi (Latina, Pisa, Brindisi e Teramo), Azione e Italia Viva in 6 (Brescia, Vicenza, Ancona, Pisa, Treviso, Brindisi). La maggioranza di governo si spacca solo a Massa, dove FDI esprime un candidato diverso da quello proposto da Lega, Forza Italia e liste civiche.

Sfide e alleanze

Ad Ancona, unico capoluogo di regione ad aprire i seggi, è corsa a tre fra Ida Simonella (centrosinistra), Daniele Silvetti (centrodestra) ed Enrico Sparapani (M5s) per occupare la potrona vacante lasciata libera da Laura Mancinelli (Pd). Oltre che a Latina, dove si ripresenta l'uscente Coletta, situazione anomala anche a Massa, in cui il sindaco di centrodestra Francesco Persiani - il primo nella storia della città - è stato sfiduciato lo scorso 1 marzo. Si ricandida a questa tornata con Lega, Forza Italia e liste civiche, mentre Fratelli d'Italia sostiene un altro nome: Marco Guidi. Il centrosinistra prova a riconquistare la città con Enzo Romolo Ricci.

Le due principali forze di opposizione in Parlamento sono unite in tre città: a Pisa si registra una convergenza tra Pd, M5S e Sinistra Unita a sostegno di Paolo Martinelli, sfidante di Michele Conti, sindaco uscente di centrodestra. A Teramo Pd e M5s sostengono il primo cittadino uscente, Gianguido D'Alberto. A lui si oppone Carlo Antonetti, candidato di centrodestra. Invece a Brindisi nè il centrodestra nè il centrosinistra sono riusciti ad esprimere candidature unitarie. Pd e M5s sosterranno Roberto Fusco, mentre il sindaco uscente Riccardo Rossi è appoggiato da una sola lista: Brindisi Bene Comune - Alleanza Verdi Sinistra. Giuseppe Marchionna è il candidato di Forza Italia, Fratelli D'Italia e Lega, mentre Pasquale Luperti è sostenuto da Movimento Regione Salento e Uguaglianza cittadina.

Il curioso caso di Imperia

Caso curioso, quello che riguarda Imperia: il sindaco uscente di centrodestra, Claudio Scajola, ex ministro dell'Interno, è sfidato dal vicecommissario di polizia Ivan Bracco, sostenuto dal centrosinistra. Dal 2010 ad oggi, Bracco ha condotto sei diverse inchieste proprio sulle attività di Scajola. Indagini tutte archiviate tranne una, quella secondo cui il l'ex ministro avrebbe favorito la latitanza di un ex deputato di FI, Amedeo Matacena, condannato a due anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa nel 2013. 

La fuga di Matacena, armatore e politico di destra, è durata quasi una decade. Puntava a nascondersi fino a giugno 2023, quando la condanna nei suoi confronti sarebbe diventata "inesigibile", e dunque annullata, a causa dello scadere dei dieci anni. Ancora pochi mesi e avrebbe raggiunto il suo scopo. Non sono state le autorità, a fermare l'ex deputato in fuga, ma il destino: a settembre 2022 è morto improvvisamente a Dubai, poche ore dopo aver festeggiato il suo 59esimo compleanno, a causa di un attacco cardiaco. 

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