Comunali 2023, elezioni amministrative 14 e 15 maggio in 700 città: dai candidati alla posta in palio, guida al voto

Potranno votare circa 6 milioni di italiani

Comunali 2023, elezioni amministrative 14 e 15 maggio in 700 città: dai candidati alla posta in palio, guida al voto
di Francesco Bechis
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Mercoledì 10 Maggio 2023, 16:20 - Ultimo aggiornamento: 17:34

Il conto alla rovescia è iniziato. Domenica 14 e lunedì 15 maggio oltre 700 comuni italiani andranno al voto e sulla carta potranno votare circa 6 milioni di italiani. Il test delle amministrative attende il governo Meloni a sette mesi di navigazione. Ma anche il campo delle opposizioni con un fronte progressista che arriva diviso al traguardo: Pd e Cinque Stelle si alleano solo in cinque città. 

Comunali 2023

LA MAPPA DEL VOTO

Da Nord a Sud, il Paese torna alle urne. L'Italia dei piccoli e medi borghi, e al tempo stesso di città di rilievo: sette di queste - Ancona, Catania, Brescia, Latina, Siracusa, Terni e Vicenza - superano i 100mila abitanti.

Per il governo dei conservatori è l'occasione di confermare un trend. Il potere stanca, si sa, e per questo il centrodestra vede nelle urne locali la chance di dimostrare che ha ancora la maggioranza relativa dei consensi dalla sua parte. A parti inverse, il test del prossimo week end darà un quadro aggiornato dei rapporti di forza tra Pd e Cinque Stelle e i duellanti del campo largo Elly Schlein e Giuseppe Conte. In entrambi i casi, il voto locale sarà un antipasto della campagna elettorale per le europee del 2024 che già ha iniziato a scaldare i motori. 

Dove e come si vota? Le urne saranno aperte domenica dalle 7 alle 23 e lunedì dalle 7 alle 15. Ma a seconda delle regioni ci saranno variazioni. In Sicilia ad esempio il voto amministrativo si terrà domenica 28 e lunedì 29 maggio, mentre in Trentino Alto Adige e in Valle d'Aosta si voterà in un solo giorno, domenica 21 maggio. 

COME SI VOTA

Le regole sono sempre le stesse. Chi andrà alle urne (solo i maggiorenni) dovrà portare con sé un documento di identità e la tessera elettorale. Per eleggere il sindaco e contestualmente il Consiglio comunale avrà tre opzioni. Potrà mettere una x solo sul nome dell'aspirante sindaco (e in questo caso nessun voto sarà assegnato alla lista), o potrà mettere una x sul simbolo della lista assegnando così la preferenza anche al relativo candidato sindaco. In alternativa, chi vota potrà mettere una x sulla lista e scrivere il cognome di un candidato consigliere.

Come in tutte le amministrative, anche questa volta sarà ammesso il voto disgiunto.

In altre parole, l'elettore potrà indicare il candidato sindaco preferito e al tempo stesso sbarrare una lista che sostiene un altro candidato. Solo per i comuni con popolazione superiore ai 15mila abitanti si potrà assegnare la doppia preferenza di genere. Per questi stessi comuni, in base alla legge elettorale vigente, si ricorrerà a un doppio turno e dunque al ballottaggio per decidere il sindaco eletto qualora nessuno dei candidati ottenga la maggioranza assoluta al primo turno. Alle liste collegate al sindaco vincitore sarà assegnato il 60 per cento dei seggi in Consiglio comunale. 

LA PARTITA POLITICA

Fin qui le regole. Ora uno sguardo alla partita politica dietro la seconda tornata amministrativa che attende al varco il governo Meloni. Per capire la posta in gioco, basta passare in rassegna i capoluoghi di provincia che andranno al voto. Di questi otto sono attualmente in mano al centrodestra (Imperia, Pisa, Ragusa, Siena, Sondrio, Terni, Treviso, Vicenza), cinque al centrosinistra (Ancona, Brescia, Brindisi, Teramo, Trapani), uno ad Azione (Siracusa), tre invece sono commissariati (Catania, Latina, Massa). 

Che per Meloni la prova delle amministrative non sia di poco conto lo dimostra la scelta della premier di presenziare in alcune delle città chiave della sfida. Fra queste Ancona - qui ha partecipato al comizio di coalizione insieme a Matteo Salvini e Antonio Tajani - dove il centrosinistra, sondaggi alla mano, è in bilico dopo la fine del mandato dell'ex sindaco Pd Valeria Mancinelli. Qui il forzista Daniele Silvetti contenderà la guida della città adriatica alla candidata di centrosinistra Ida Simonelli.

Spira a favore del centrodestra il vento anche a Terni. Nella corsa per il governo del capoluogo di provincia umbro parte in vantaggio il candidato della maggioranza Orlando Maselli. Un'incognita la candidatura del patron della Ternana Stefano Bandecchi, segretario di Alternativa Popolare. 

LE SFIDE IN BILICO

Sorride meno invece l'asse Lega-Fi-FdI a Brescia e Pisa. Nel fortino lombardo il candidato è l'ex vicesindaco Fabio Rolfi che dovrà vedersela, per il centrosinistra, con Laura Castelletti. Va da sé che, tanto più dopo la vittoria in Lombardia alle regionali di febbraio, per il governo espugnare l'ex roccaforte leghista è un obiettivo di primissimo piano.

Se a Pisa è ancora il centrosinistra a guidare i sondaggi con distacco, è più combattuta la partita per Vicenza, altra sfida con i riflettori puntati nel cuore del Veneto leghista di Luca Zaia. Il sindaco uscente del Carroccio Francesco Rucco sfiderà l'insidioso candidato dem Giacomo Possamai. E alla vigilia il borsino dice che non sarà una passeggiata. 

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