ROMA Solitamente non è un buon segno quando un presidente del Consiglio se la prende con chi “rema contro”. Tanto più quando, da Palazzo Chigi, accusa pezzi di Stato di remare contro il governo”. Per essere un po’ più espliciti, Giuseppe Conte ce l’ha con la struttura del ministro dell’Economia Roberto Gualtieri il quale la settimana scorsa, come tutto il Pd, nulla sapeva dell’idea di Conte di convocare gli Stati generali dell’economia che sarebbero dovuti partire lunedì scorso.
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La riunione con i capi delegazione di ieri notte ha costretto Conte a rivedere il calendario delle audizioni a Villa Pamphili. Si comincerà venerdì pomeriggio e all’appuntamento il governo si dovrebbe presentare con linee guida condivise da tutta la maggioranza attraverso le quali capire quali iniziative l’esecutivo intende avviare per rilanciare la crescita.
Linee che di fatto saranno contenute nel Piano Nazionale di Riforme (Pnr) che il Mef deve presentare a fine mese a Bruxelles.
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A differenza però del 2011, l’Europa ora si è mossa e ha messo in campo decine di miliardi in grado di aumentare le tensioni su chi ne ha il merito è, soprattutto, chi e come li gestisce.
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