Calderoli, lettera con minacce di morte al ministro: «Basta genocidio contro il Sud»

Il ministro leghista risponde: «Non mi spavento e vado avanti». Il premier Meloni: «Gesto ignobile». Solidarietà bipartisan delle forze politiche

Lettera con minacce di morte al ministro Roberto Calderoli: «Basta genocidio contro il Sud»
di Riccardo Palmi
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Lunedì 28 Agosto 2023, 16:03 - Ultimo aggiornamento: 17:54

«Io non ho paura delle minacce». Lo ha affermato Roberto Calderoli pubblicando via social una lettera di minacce. «In questi ultimi giorni di agosto mi è arrivata una lettera in cui mi dicono testuale “se non la smetti di attuare la politica di genocidio nei confronti del Sud, con la nostra potenza di fuoco noi ti uccideremo. Siamo la mafia, non ci costa niente uccidervi”». Lo stesso ministro per gli Affari regionali e le Autonomie nonchè esponente della Lega riconduce le minacce al disegno di legge, che porta il suo nome, sull'autonomia differenziata.

La solidarietà

Minacce gravissime, di fronte alle quali la vicinanza è stata bipartisan. Il premier Giorgia Meloni sui social parla di «gesto ignobile da condannare con assoluta fermezza. Avanti, insieme, a testa alta». Lo stesso fanno il presidente del Senato Ignazio La Russa e quello della Camera Lorenzo Fontana. Così moltissimi esponenti dell'esecutivo. «È inaccettabile che oggi possano verificarsi ancora intimidazioni di questo tipo», affermano i capigruppo del Carroccio Massimiliano Romeo (al Senato) e Riccardo Molinari (alla Camera). «So bene che non si farà intimidire e che l'Italia del Sud non ha bisogno della criminalità per tutelare i propri interessi. Sempre contro le mafie! Forza Roberto!», scrive su Twitter (oggi X) il leader di Forza Italia Antonio Tajani.

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Ma, come detto, la vicinanza arriva anche dall'opposizione, con il gruppo del Pd al Senato che scrive in una nota: «Il confronto politico, anche il più aspro, non deve mai trascendere in linguaggio o in atteggiamenti violenti. Per questo riteniamo inaccettabili le minacce ricevute da Roberto Calderoli a cui va la solidarietà di tutte le senatrici e di tutti i senatori del Pd». Vicinanza anche dal M5s: «È sempre legittimo opporsi alle idee che non si condividono, ma va fatto all'interno degli spazi garantiti dalla nostra Costituzione. È invece grave e inaccettabile farlo utilizzando la violenza. Condanniamo con assoluta fermezza la lettera indirizzata al ministro e i suoi contenuti». Mara Carfagna (presidente di Azione) esprime «ferma condanna»: «Ci sono molte cose del suo progetto di autonomia differenziata che non condivido e contro cui continuerò a battermi nel pieno rispetto delle regole democratiche, perché il legittimo dissenso non può e non deve mai sconfinare in intimidazioni e insulti». «Non c'è spazio per queste vili intimidazioni che sono inaccettabili e vanno condannate all'unanimità», afferma Raffaella Paita, coordinatrice nazionale di Italia Viva.

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