Carceri, il piano Nordio contro il sovraffollamento: 2.300 posti in più. Da Roma a Milano, la mappa

Nuove strutture e padiglioni sorgeranno al fianco degli attuali istituti, per un totale di 2.262 posti extra

Carceri, il piano Nordio contro il sovraffollamento: via ai lavori per 9 istituti. Da Roma a Milano, la mappa
di Francesco Bechis
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Domenica 14 Aprile 2024, 00:05 - Ultimo aggiornamento: 19:26

Non sarà un’impresa facile. E del resto il Guardasigilli Carlo Nordio ha sempre messo le mani avanti, da quando ha preso posto a via Arenula: costruire nuove carceri, in Italia, «è molto difficile, ci sono tanti vincoli..». Di fronte all’emergenza sovraffollamento però - con un indice che sfiora il 129 per cento e la violenza che monta dietro le mura, tra suicidi in crescita e incidenti tra detenuti e agenti penitenziari - il governo si trova costretto a muoversi. Nove strutture saranno costruite per trovare nuovi spazi ai detenuti. Vere e proprie carceri, oppure padiglioni che sorgeranno al fianco degli attuali istituti per ospitare un totale di 2.262 posti extra. 

L’annuncio

Ad annunciare l’accelerazione è proprio il ministro della Giustizia, rispondendo a un’interrogazione scritta della senatrice del Movimento Cinque Stelle Barbara Floridia sui suicidi in cella. Nordio parte dai numeri, drammatici. Sono 61mila gli italiani che stanno scontando una pena detentiva. Ma solo 51mila i posti ufficialmente previsti nelle piante carcerarie.

Diecimila persone in più (ma sono stime a ribasso) bastano a dare il polso della situazione. Spazi ristretti, convivenze forzate in pochi metri quadri, condizioni precarie che alimentano tensioni e depressione dietro le sbarre e rendono la vita impossibile alla Polizia penitenziaria. 

Di qui il piano del governo. Mentre si cercano vie alternative per ridurre l’affollamento - accordi bilaterali con Stati stranieri, percorsi per affidare alle cooperative i detenuti prossimi all’uscita ma anche e soprattutto un freno alla detenzione cautelare - procede spedita la costruzione di nuovi spazi. 

La mappa

Dove? Roma e Milano, Cagliari e Sulmona, Brescia e Forlì. È ancora Nordio a tracciare la mappa dei cantieri. In alcuni di questi c’è già stato il taglio del nastro del governo. Come a Cagliari, il capoluogo sardo che andrà al voto a giugno e il 20 marzo ha inaugurato un padiglione da 92 posti della casa circondariale. Saranno tutti per i detenuti al 41-bis: mafiosi recidivi e pericolosi. È già operativo, sulla carta. Nei fatti, bisogna trovare gli agenti penitenziari per sorvegliare il padiglione: il regime 41-bis, come è noto, richiede un alto numero di poliziotti per garantire la sorveglianza continua.

Nordio prosegue la conta. Duecento posti in più a Sulmona, il carcere recentemente travolto da uno scandalo per un traffico di cellulari e perfino stupefacenti che circolavano liberi tra i detenuti, con la complicità di alcuni dirigenti. Altri ottocento posti letto saranno presto pronti a Milano e Roma: quattrocento nel carcere di Opera, altrettanti a Rebibbia, nel nuovo complesso dell’istituto romano.

I nodi

E nuovi spazi si ricaveranno in Emilia-Romagna, duecento posti a Bologna, duecentocinquanta a Forlì. Ancora al Nord: Bollate, Gorizia, Pordenone. Ruspe al lavoro, garantisce Nordio. Che dell’edilizia carceraria non è mai stato un grande fan e per questo ci tiene a precisare che le vie al vaglio sono tante e diverse, che il vero obiettivo è «migliorare le condizioni di vivibilità dei ristretti e degli operatori penitenziari».

Certo, i nodi da sciogliere sono tanti. Ad esempio, il destino dei detenuti stranieri: più di 19mila. Il governo cerca intese bilaterali per far scontare la pena in patria, dalla Romania ai Paesi africani, ma è un lavoro diplomatico delicato ed estenuante. 

E poi, le condizioni degli agenti di Polizia penitenziaria, fra le cui fila i suicidi sono frequenti tanto quanto fra i detenuti. Anche qui, c’è un serio problema di organico. Scrive Nordio: a fronte di una pianta organica del corpo che prevede 42.850 agenti e dirigenti in servizio, «si rileva una carenza di 7.335 unità». Numeri che parlano da sé e i round di assunzioni avviati finora non riescono a stare al passo. 

La linea

Sta di fatto che il piano carceri procede spedito e si avvale dell’accordo siglato con la Difesa italiana per la cessione di alcune caserme dismesse da riqualificare: è successo a Grosseto a metà gennaio, con la consegna di 15 ettari e 40 prefabbricati del Demanio. È un punto fisso nell’agenda della destra italiana ben riassunto in un aforisma caro ad Andrea Delmastro, sottosegretario e vedetta meloniana a via Arenula: «La sinistra svuota le carceri, la destra le costruisce».

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