Mario Desiati, chi è il vincitore del Premio Strega scrittore simbolo di una generazione di quarantenni fluidi

Mario Desiati, chi è il vincitore del Premio Strega scrittore simbolo di una generazione di quarantenni fluidi
di Riccardo De Palo
3 Minuti di Lettura
Venerdì 8 Luglio 2022, 11:01 - Ultimo aggiornamento: 11:02

«A volte si leggono romanzi solo per sapere che qualcuno ci è già passato». Mario Desiati, fresco vincitore del Premio Strega 2022, dopo una serata al Ninfeo di Villa Giulia baciata dalla pioggia, è uno scrittore pugliese di 45 anni - ma radicato a Roma - che ha già scritto moltissimi libri (undici di narrativa, due di poesie), vinto diversi premi (segnaliamo Volponi e Mondello) e che era già finito in finale al Premio Strega, nel 2011 con “Ternitti”. 

Nella notte, subito dopo la premiazione, lo abbiamo incontrato alla cena offerta da Mondadori, al caffé della Galleria nazionale d’arte moderna, felice e sorpreso come tutti dall’acquazzone rapidamente diventato un diluvio universale, la bottiglia-trofeo di Strega sottobraccio che non ha voluto stappare sul palco come vuole la tradizione del Premio: «Preferisco lasciarla intonsa e stapparla in Puglia, per bere in onore degli scrittori della nostra terra», ha detto, prima di rifugiarsi al coperto nella Gnam.

E il pensiero va al grande Alessandro Leogrande, scrittore molto impegnato nel sociale e per il Sud, stroncato da un malore improvviso nel 2017.

Desiati si muove un po’ sullo stesso solco, diventando il baluardo della sua generazione di quarantenni fluidi, raminghi e irregolari. Dal suo “Il paese delle spose infelici” è stato tratto un film di Pippo Mezzopesa, in concorso al Festival (oggi “Festa”) del cinema di Roma, ma è con il suo ultimo romanzo “Spatriati” che è riuscito a imporsi, in una gara che lo ha visto favorito sin dalla scelta dei finalisti a Benevento, in cui è entrato in una inedita “settina” di nuovi protagonisti della letteratura italiana.

Il suo romanzo racconta la storia di due ragazzi di Martina Franca, lo stesso paese di Desiati, gli “spatriati” del titolo che si ritrovano ad essere irrimediabilmente fuori dagli schemi, e legati da un sentimento che li ccompagnerà per tutta la vita. Claudia non sopporta la provincia, e il romanzo si sposta tra Milano, Londra e Berlino. Prima di raggiungerla, Francesco confessa a sé stesso: «Claudia anche a distanza dava un senso alla mia vita, era petrolio bianco, ogni sua mail o messaggio, ogni sua telefonata, ogni sua parola assomigliava alle fiammate degli sputafuoco nelle notti estive dedicate al nostro santo. Percorrevo chilometri, conducevo visite negli appartamenti e nelle campagne, parlavo con tanta gente con cui non avevo niente da dire, e c'era sempre quella fiammata a illuminare il nero che m'era rimasto addosso da quando era andata via». Partire significa anche entrare in quel novero di sradicati che cercano altrove la propria strada, pur restando ancorati saldamente nella propria terra.

A caldo, dopo avere vinto con 166 voti la sfida, Desiati aveva detto: «La Puglia è una terra di frontiera. Sono cresciuto con gli scrittori pugliesi del Novecento, una di queste era Mariateresa Di Lascia che vinse qui nel 1995 ma non potè ritirare questo premio perché morì alcuni mesi prima. Lo dedico a lei e ai lavoratori dell'editoria italiana e alle anime che lavorano al mondo del libro italiano. Non basta la passione, ci vuole un contratto vero».

© RIPRODUZIONE RISERVATA