Premio Strega, sette autori per un podio: stasera si sfida l’Italia dei libri

Premio Strega, sette autori per un podio: stasera si sfida l’Italia dei libri
di Riccardo De Palo
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Giovedì 7 Luglio 2022, 09:44

Sette autori (non era mai successo) in cerca di un Premio Strega. Si svolgerà stasera in diretta dalle 23 su Rai3 (conduzione di Geppi Cucciari, speciali anche su Rai Cultura) la finale del riconoscimento letterario più ambito d'Italia, capace di fare e disfare carriere, con il valore aggiunto della fascetta gialla in copertina.
Sette candidati, dicevamo, ma per due di questi è d'obbligo attendere (segno dei tempi) il responso del tampone. Fabio Bacà (in gara con Nova, Adelpi) e Veronica Galletta (Nina sull'argine, minimum fax) sono risultati infatti positivi al Covid. «Saranno comunque presenti in qualche modo, ma spero che almeno uno dei due sia fisicamente a Villa Giulia», dice il direttore della Fondazione Bellonci, Stefano Petrocchi.

Premio Strega, per la prima volta in finale 7 libri: in testa Mario Desiati con “Spatriati”


L'ANDAMENTO
Ma quali sono le previsioni della vigilia? Stando all'ultima votazione della semifinale, a presentarsi largamente favorito è Mario Desiati, autore di Spatriati (Einaudi) con un vantaggio di 244 voti. A seguire con 178 preferenze il decano del gruppo, il narratore di lungo corso Claudio Piersanti (Quel maledetto Vronskij, Rizzoli), e poi Marco Amerighi con Randagi (Bollati Boringhieri), Veronica Raimo con Niente di vero (Einaudi), quindi Bacà, Alessandra Carati con E poi saremo salvi (Mondadori), e infine Veronica Galletta. La gara è aperta, ma il vantaggio sembra consolidato e certamente Einaudi punterà sul cavallo (l'autore) con maggiori possibilità di vincere.
Per la prima volta, a contendersi il riconoscimento promosso dalla Fondazione Maria e Goffredo Bellonci e dal Liquore Strega sono sette candidati: per i due ex aequo al quinto posto, e in virtù dell'articolo 7 del regolamento di votazione che tutela la presenza di piccoli e medi editori, che ha dato modo anche a minimum fax di partecipare. Nel corso della presentazione della serata, il presidente della Fondazione, Giovanni Solimine, ha espresso soddisfazione per «la ritrovata collaborazione con il Comune di Roma», appena annunciata dall'assessore alla cultura Miguel Gotor. «Faremo diverse iniziative insieme all'amministrazione capitolina, la prima dedicata a Flaiano per i 50 anni dalla morte». Nel corso della finale, lo Strega non mancherà di rendere omaggio «a Raffaele La Capria, protagonista di una grande edizione del premio» (vinse nel 1962 con Ferito a morte), scomparso lo scorso 26 giugno a 99 anni.
Petrocchi ha notato che i dati di vendita dei libri, negli ultimi mesi, non sono stati molto incoraggianti, dopo i buoni risultati nel corso della pandemia. «Speriamo che anche quest'anno i libri dello Strega diano una mano».


IL TOUR
I cinque autori presenti ieri in conferenza stampa hanno raccontato la loro esperienza in giro per l'Italia (e anche all'istituto di cultura di Copenaghen) per raccontare i propri lavori.

Un'opportunità rara per uno scrittore, ma anche un impegno gravoso. Marco Amerighi ha trovato curioso che «un libro come Randagi, che è anche un romanzo sul fallimento», lo abbia «portato in finale allo Strega». «Veniamo - ha proseguito - da decenni di pensiero positivo legato al capitalismo, in base al quale dobbiamo sacrificarci per realizzare i nostri sogni e desideri. Ma non credo che questo pensiero ci abbia fatto bene. È normale avere paura e fallire». «Tra le cose messe a fuoco - ha detto Alessandra Carati, che nel suo libro ha raccontato la storia di una bambina bosniaca costretta a lasciare il suo Paese - il tema della comunità e dello spazio che si lascia alle minoranze. Abbiamo bisogno di persone con una visione forte e pratica per costruire una comunità multiculturale in cui non serva la tolleranza, senza che le minoranze debbano assimilarsi o ghettizzarsi». «Già nel 2011 partecipai con Ternitti allo Strega - ha detto Desiati - ora con Spatriati mi sono chiesto perché si emigra così tanto dall'Italia. Di certo per una ragione economica ma anche per una sottile ragione esistenziale. Ma mi sono rimasti dubbi».


IRONIA
Piersanti ha detto di sperare «che il Premio sia un'occasione per approfondire, andando oltre la trama, per scoprire che un libro è fatto di stile, di dettagli». E si è concesso una battuta sulla sua età: «Prima di partire per il tour ho dato tutte le password a mio figlio. Non è un paese per vecchi». Veronica Raimo, infine, ha raccontato il suo rapporto conflittuale con i social, diventati importantissimi per promuoversi: «Ho difficoltà a trovare tante notizie sul mio libro sopra piattaforme che non ho scelto».

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