Il Volo: «Abbiamo cantato con Lady Gaga e Beyonce e ci hanno dato dei montati. I soldi? Contano ma non li sprechiamo»

Il Volo: «Abbiamo cantato con Lady Gaga e Beyonce e ci hanno dato dei montati. I soldi? Contano ma non li sprechiamo»
di Luca Uccello
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Domenica 21 Aprile 2024, 12:44 - Ultimo aggiornamento: 17:36

Gianluca Ginoble, Piero Barone e Ignazio Boschetto sono in Volo da ormai 15 anni. E di fermarsi non ci pensano proprio. Sempre in giro per il mondo. Sempre insieme. E così sarà ancora. A La Repubblica il trio formato nel 2009 nello show Ti lascio una canzone con Antonella Clerici non si separa. Litiga, discute ma non si scioglie.

Le liti

Il primo a risponde a Silvia Fumarola è Ignazio: «Come tutti i gruppi di questo mondo discutiamo, abbiamo idee diverse».

E forse ha ragione Piero: «Se ci fossero le telecamere nelle case degli italiani chissà cosa verrebbe fuori…». Ma nessuno sogna di svegliarsi al mattino senza aver accanto uno di loro. La risposta è corale. Avanti insieme. E allora?

Semplicemente si cresce e come sottolinea Gianluca «Siamo cambiati. A volte bisogna rischiare per ottenere quello che non hai mai avuto, non puoi restare uguale. C’è confronto ma cerchiamo di capire l’altro». Ma ci sono tante cose che li unisce e li rende unici. Qui, a La Repubblica, parla Piero per tutti: «Rispettiamo le vite private di ognuno di noi. Ci accomuna il fatto di sapere cos’è il meglio per il Volo. Per esempio nel concerto Tutti per uno ognuno canta il genere musicale che lo rispecchia di più, Il Volo sono tre personalità». La paura di Gianluca è quella però «di vivere senza saper riconoscere chi sono. Il successo è una conseguenza, ma se da artista guadagno e non esprimo la mia vera essenza, non va bene».

Il successo e i soldi

Ma i tre ragazzi de Il Volo sono antipatici? Risponde ancora Piero: «All’estero vivi esperienze uniche, ci siamo ritrovati con Lady Gaga e Beyoncé, e forse a volte abbiamo sbagliato anche noi». E come? «Per noi era bello condividere la nostra vita. Non diciamo più quello che abbiamo vissuto in dettaglio per non apparire montati e presuntuosi. Se stiamo zitti forse è meglio». Gianluca Ginoble è d'accordo: «Il problema è stato l’ostentazione».

Successo significa anche soldi. E nel loro caso tanto, tanti in entrambi i casi: Il rapporto con i soldi? Inutile negarlo, e Ignazio non lo fa, i soldi «contano. Noi non abbiamo il problema di arrivare a fine mese, siamo molto fortunati. Mi godo la vita e ho grande rispetto per i soldi. Molti giovani non coltivano una passione, solo l’idea di diventare milionari». Poi Gianluca «Non mi considero materialista, se dovesse venire un ladro a casa non troverebbe niente da rubare. Collezionare orologi o macchine non mi appartiene. Non spendo 5 mila per una bottiglia in discoteca, mi sembra immorale quando c’è chi quei soldi li guadagna in cinque mesi. Spendo per i viaggi, i libri, qualsiasi cosa che mi arricchisca come persona». Infine Piero. «Li vedo un mezzo per una vita comoda, e soprattutto per realizzare i desideri delle persone care. Bisogna riconoscere il valore dei soldi, mai diventarne vittime».

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