Il Volo: «Morricone? Ora siamo abbastanza maturi per cantarlo»

Il Volo: «Morricone? Ora siamo abbastanza maturi per cantarlo»
di Mattia Marzi
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Martedì 2 Novembre 2021, 23:04 - Ultimo aggiornamento: 3 Novembre, 17:03

Il rock dei Maneskin conquista gli Usa a dimostrazione – per citare Manuel Agnelli degli Afterhours – che la musica italiana non è solo “pizza e mandolino”? I ragazzi de Il Volo, che con il loro “classic pop” negli States, negli ultimi anni, di successi ne hanno conquistati non pochi (oltre 300 mila copie vendute, quattro volte al primo posto della US Classical di Billboard, sold out a New York e Los Angeles, un tour con Barbra Streisand), rilanciano omaggiando con un disco e una tournée il più celebre dei compositori italiani contemporanei: Ennio Morricone.

Uscirà il 5 novembre in tutto il mondo “Il Volo sings Morricone”: il disco, pubblicato dal trio composto da Gianluca Ginoble, Ignazio Boschetto e Piero Barone a un anno di distanza dalla scomparsa del Maestro con il placet della famiglia - il figlio Andrea ha pure composto per il trio l’inedito “I colori dell’amore” e scritto il testo di “The Ecstasy of Gold”, dalla colonna sonora de “Il buono, il brutto, il cattivo” – e inciso allo studio Forum di Roma, di cui Morricone fu fondatore, dà il titolo alla serie di concerti – oltre 100 – che partirà a marzo del prossimo anno proprio dagli Stati Uniti.

Prima data annunciata, quella del 18 marzo 2022 al Radio City Music Hall di New York, dove si sono esibiti i più grandi, da Sinatra a Tony Bennett. L’emittente statunitense Pbs ha acquisito i diritti per trasmettere in tv negli Usa il concerto dello scorso giugno all’Arena di Verona, che il 10 novembre – proprio nell’anniversario della nascita di Morricone – andrà in replica su Rai1.

Siete stati per anni gli unici artisti italiani di nuova generazione ad avere un grosso successo oltreoceano: e ora?
«Del boom dei Maneskin non possiamo che essere felici».
Cosa ve ne pare di Damiano e soci?
«Sono un prodotto di musica e immagine perfetto».
Può essere anche una critica.
«Non lo è. Sono fighi davvero. Abbiamo saputo che il 6 novembre, tra pochi giorni, apriranno il concerto dei Rolling Stones: tanta roba. Essere conosciuti nel proprio paese è una cosa che ti riempie d’orgoglio. Ma sapere che la tua musica sta avendo successo anche oltre i confini, attraversando addirittura l’oceano, è una sensazione diversa, incredibile, che noi conosciamo bene».
Nel vostro palmares trionfi, ma anche critiche: quella che vi ha ferito di più?
«Di noi hanno detto spesso che siamo finti. Falso. Siamo semplici, è diverso. Veniamo da famiglie normali, legate alla terra. Nell’immaginario collettivo, per il genere di musica che facciamo, siamo percepiti come seriosi. In realtà siamo ragazzi di 26, 27 e 28 anni e nella vita di tutti i giorni facciamo le stesse cose che fanno i nostri coetanei. A "Da grande", da Cattelan, ci siamo messi in gioco imitando gli One Direction e i Take That».
Cosa c’è nelle vostre playlist?
«The Weeknd, Charlie Puth, Lil Nas X, Martin Garrix. Questo disco tributo a Morricone è prodotto da Per Magnusson, che ha collaborato con Britney Spears e i Backstreet Boys».
E che c’entra con Morricone?
«Uno dei dischi di maggiore successo che ha prodotto è "Siempre", del gruppo vocale Il Divo, al quale ci siamo sempre ispirati. Abbiamo preso spunto da quel suono, classico ma al tempo stesso pop. Non ha snaturato Morricone, ma gli ha dato un sound più moderno. Merito anche degli arrangiamenti di William Ross, collaboratore di Barbra Streisand, di cui siamo amici».
Perché un disco tributo a Morricone proprio ora?
«Perché per fare certe cose ci vuole la giusta maturità. E noi, arrivati a questo punto della nostra carriera, ci sentivamo pronti per realizzare un disco del genere. È anche una chiusura del cerchio. Il Maestro lo conoscemmo nel 2010, durante le registrazioni del nostro primo album, proprio al Forum. Nel disco c’era anche la nostra versione di "E più ti penso", dalla colonna sonora di "C’era una volta in America". Morricone, che stava lavorando in un'altra sala con la sua orchestra, ogni tanto buttava un orecchio. Ci invitò a un suo concerto a Piazza del Popolo. Eravamo ragazzini e alle prove facemmo qualche gaffe».
Ad esempio?
«Il Maestro diede l’attacco a Gianluca, ma lui non capì. Lo guardò e gli disse: "Ah, ma quindi me lo dai tu l’attacco?". Capito? Gli diede del tu! (ridono)».
E Morricone?
«Non se la prese. Rispose: "Nun te preoccupa' regazzi', ce penso io"».

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