Fabio Capello: «Ho fatto a botte con Gullit e Cassano. Ronaldo? Puzzava sempre di alcol ed era circondato di ragazze»

L'ex allenatore ha parlato del suo passato in panchina

Capello: «Ho fatto a botte con Gullit e Cassano. Ronaldo? Puzzava sempre di alcol ed era circondato di ragazze»
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Lunedì 16 Ottobre 2023, 19:51 - Ultimo aggiornamento: 18 Ottobre, 13:51

Un Fabio Capello a tutto tondo si è raccontato agli studenti dell’università privata di Milano UniLimec, in occasione della presentazione del corso triennale in “sport management" nella sala vip dello stadio San Siro. L'ex allenatore ha spiegato la propria filosofia, tra campo e vita:«Senza il coraggio di affrontare le difficoltà non si raggiungono gli obiettivi. Tutte le scuse hanno le gambe corte. Gli alibi sono per i perdenti. Quelli che vincono ripartono dalle sconfitte, le analizzano. Quando facevo le riunioni dopo le partite perse prima sentivo cosa ne pensava il mio staff, poi ero io che decidevo come intervenire».

I retroscena

Per spiegarsi meglio Capello ha fatto l'esempio della stagione 2006/2007, quando alla guida dei Blancos riuscì a rimontare fino alla vittoria della Liga: «In quella stagione stavamo perdendo 1-0 col Maiorca.

All'intervallo feci sedere tutti per terra, spostai Roberto Carlos che era davanti a me, e mi sedetti pure io accanto a loro. Dissi:  "Abbiamo recuperato 9 punti al Barcellona e ora dobbiamo regalare un campionato?" Dovevo dargli tranquillità, se strillavo gli mettevo ancor più pressione. Sapete com'è finita? 3-1 per noi, campioni di Spagna».

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In diversi casi il suo approccio fu decisamente più duro, specialmente verso i giocatori meno disciplinati. Addirittura l'ex tecnico della Roma ha raccontato di essere venuto alle mani con Gullit e Cassano, che prima di una partita ordinò un piatto di patatine: «Me la presi ovviamente con lui, ma anche con lo chef, che gliele aveva preparate. Il termine "cassanata" l'ho inventato io».

 

Particolare anche il suo rapporto con Ronaldo il Fenomeno: «Gli piaceva fare festa e altri compagni lo seguivano. Van Nistelrooy mi disse che in spogliatoio c’era odore di alcol. Ronaldo pesava 94 chili, dieci in più rispetto a quando aveva vinto il Mondiale nel 2002. Gli dissi di mettersi a dieta, le provò tutte, ma arrivò a pesare 92 chili e mezzo». Sul brasiliano si posero poi gli occhi di Silvio Berlusconi: «A lui io devo tutto, ma glielo sconsigliai. Gli dissi che faceva festa, che era sempre circondato da donne. Il giorno dopo sul giornale il titolo era: "Ronaldo al Milan”».

Fondamentale la cura del talento e il lavoro quotidiano: «Ormai non si osserva più nulla. Io ho preso Ibra alla Juve e non sapeva né calciare, né colpire di testa. Poi guardate cosa è diventato. Van Basten aveva il problema nella rincorsa durante le punizioni, io me ne accorsi e la domenica successiva segnò proprio da punizione. Questo per dire che fare schemi è facile, ma correggere gli errori penso sia una delle cose più difficili»

Capello ha poi parlato proprio del suo ritorno al Milan nella stagione 1997/98, bollandolo come «il peggior errore della mia carriera. Berlusconi mi aveva chiamato, per lui avevo una riconoscenza che andava oltre a tutto. Chiesi a Florentino Perez di lasciarmi andare, ma a Milano sbagliai tutto. Il campionato fu disastroso, ma quell'esperienza mi ha insegnato tanto». L'ex mister rivendica anche gli scudetti vinti con la Juventus, poi revocati dopo lo scandalo Calciopoli: «Alla Juve gli scudetti sono 38. Noi abbiamo vinto sul campo, avevamo una squadra troppo forte, non avevamo bisogno di alcun aiuto».

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