Capello: «Il mio gol a Wembley? E' lo stadio delle emozioni. Gli azzurri hanno tutto per sfidare le big»

Capello: «Il mio gol a Wembley? E' lo stadio delle emozioni. Gli azzurri hanno tutto per sfidare le big»
di Alessandro Angeloni
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Martedì 22 Giugno 2021, 07:35

Fabio Capello c’era quel 14 novembre del 1973, quando l’Italia per la prima volta ha espugnato il mitico stadio di Wembley. C’era e ha deciso. Calciatore, poi allenatore, anche della nazionale inglese, e oggi opinionista di Sky. I ricordi sono ancora vivi. L’Italia in quello stadio ha vinto anche grazie a una rete di Zola (12 febbraio 1997) e poi storica anche la tripletta di Pazzini (24 marzo 2007) con l’Under 21, nell’impianto nuovo. 
Capello, si torna a Wembley.
«Bei ricordi. Stadio unico, per atmosfera, per quello che rappresenta il calcio da quelle parti, per il calore dei tifosi inglesi, la loro passione. E lo dice uno che ha allenato l’Inghilterra».
Oltre che averci segnato un gol storico.
«Il giorno prima, durante l’allenamento, segnai nella partitella, proprio verso la fine. E ho detto, chissà, domani faccio il bis in partita. E così è stato: Inghilterra-Italia, 1-0, gol mio a quattro minuti dalla fine».
Se la ricorda quella rete? 
«Certo, azione cominciata da Rivera. Palla a me, allungo per Chinaglia, dribbling sul lato destro dell’area e tiro verso la porta. Peter Shilton ha respinto e io, che avevo seguito l’azione, ho messo la palla dentro, dal cuore dell’area». 
Ora è un altro stadio, non quello suo.
«Sì, è stato ristrutturato. Ma l’ambiente sempre è quello. Sia chiaro: un conto è giocare a Wembley contro l’Inghilterra, un altro è affrontare avversari diversi».
Ma l’Italia ormai ha raggiunto un ottimo livello.
«Mi piace, gioca bene. Anche nell’ultima partita, Mancini ha messo in campo “gli altri” e il risultato è stato lo stesso. Sono aspetti importanti per un gruppo, nessuno si sente escluso. Sono tutti dentro la squadra».
E’ una Nazionale che gioca all’attacco e non prende gol. Un calcio totale.
«Ha qualità in ogni zona del campo, un ottimo assetto difensivo. In questi casi è fondamentale il portiere: noi avevamo Zoff, qui c’è Donnarumma che sa dare sicurezza. E’ una questione di equilibrio».
Funziona anche l’attacco, pur non avendo un centravanti classico e di statura internazionale.
«C’è qualità anche nel reparto offensivo. La cosa che abbiamo noi e non hanno gli altri è negli esterni. Tutti i calciatori di fascia, quelli d’attacco e quelli di difesa, sono veloci e bravi tecnicamente, forti nelle due fasi. Questo fa la differenza. L’importanza dell’equilibrio, insomma».
Dove può arrivare la Nazionale?
«Tra le prime quattro. Poi, se continuano così, chissà, anche più avanti. Me lo auguro».
Ci sono squadre migliori, no?
«Mah, è tutto da vedere. La Germania sta ora riprendendosi e comunque sai che arriva sempre in fondo, la Francia è solidissima, difficile da affrontare, ha forza e qualità». 
E l’Inghilterra? 
«E’ forte nei giocatori offensivi, a centrocampo ha qualche problema in più che noi non abbiamo. Mi è piaciuta molto nella prima partita, poi ha deluso nella seconda. Ma ci può stare. Più vai avanti e più incontri grandi squadre, che magari sono tecnicamente alla portata dell’Italia, però hanno più esperienza»
E non solo. 
«Sono nazionali che hanno già vinto e in certe competizioni, tutto questo, può fare la differenza. Formazioni come la Germania e la Francia hanno questo in più, calciatori esperti che hanno conquistato europei o mondiali. Mica è poco».
Si aspettava questa riuscita immediata di Mancini?
«Sì, certo.

Capisce di giocatori, li ha saputi scegliere. Ha carisma, ha costruito un bel gruppo. Ha riportato il talento in Nazionale. Davvero grandi complimenti a lui e a tutto il gruppo». 

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